IL SOLE 24 ORE
Alla Camera. Ferranti (Pd) e l’indagine conoscitiva della commissione Giustizia: tarare le norme ai cambiamenti della società civile
A fine luglio la riforma complessiva sulle adozioni
«Non c’è solo la stepchild adoption che è una delle problematiche e su cui la pronuncia della Cassazione del 26 maggio aiuterà a fare chiarezza, ma c’è anche la questione dell’adozione dei conviventi o dei single, la necessità di rivedere l’affidamento e l’introduzione della figura dell’adozione “mite” su cui abbiamo ricevuto anche una condanna dalla Corte europea». Donatella Ferranti (Pd) presidente della commissione Giustizia fa un primo bilancio dell’indagine conoscitiva sulle adozioni partita a marzo quando il clima arroventato attorno alle unioni civili aveva convinto la maggioranza a stralciare la stepchild adoption dalla legge. «Il nostro lavoro parte da un assunto fondamentale e cioè che si deve tutelare prima di tutto l’interesse del minore e non il diritto ad avere un figlio», aggiunge la Ferrante. Che dopo le prime audizioni sottolinea come stia emergendo chiaramente la necessità di una revisione: la legge sulle adozioni risale al 1983, anche se alcune modifiche sono state introdotte nel 2001. In Parlamento ci sono diversi provvedimenti, «ma tutti settoriali, c’è bisogno di un intervento complessivo per aggiornare le norme e tararle ai cambiamenti della società civile».
L’indagine – che dovrebbe concludersi a fine luglio creando le condizioni per una riforma complessiva – dopo l’audizione di Orlando di lunedì scorso, durante la quale il ministro della Giustizia ha difeso i magistrati e «la loro attività interpretativa» in materia di stepchild adoption oggi prevede l’intervento del ministro per gli Affari regionali con delega alla famiglia, Enrico Costa, che la settimana scorsa aveva attaccato proprio le sentenze dei giudici. Pronunce a cui ieri si è aggiunta quella del Tribunale dei minori di Bologna che ha dichiarato inammissibile il ricorso di due donne sposate negli Usa per il riconoscimento in Italia dell’adozione da parte di una della figlia dell’altra. La vicenda è passata anche dalla Consulta che aveva indicato la via dell’ufficiale civile. Richiesta che ora, dopo la sentenza della Corte Costituzionale, offre qualche possibilità.