ITALIA OGGI
Anticorruzione, per l’Europa l’Italia deve fare di più
In Italia servono più misure anticorruzione. Lo suggerisce la relazione «second compliance report on Italy» pubblicata ieri da Greco, ossia l’organismo anticorruzione del consiglio d’Europa. La relazione si occupa di verificare se l’Italia ha adottato le raccomandazioni indicate da Greco in due aree: corruzione e trasparenza del finanziamento ai partiti politici. Nel primo ambito la ricerca specifica che l’Italia ha ratificato la convenzione in materia di diritto penale sulla corruzione (Ets n. 173) ma non il suo protocollo addizionale (Ets n. 191). Perciò l’Italia rispetta in parte la raccomandazione Greco sul punto. Quanto all’estensione della legislazione sulla corruzione a pubblici ufficiali stranieri, membri di pubbliche assemblee straniere, membri di organizzazioni internazionali, parlamenti stranieri nonché giudici e ufficiali di corti internazionali (articoli 5, 6, 9, 10 e 11 della convenzione sulla corruzione), molti di questi soggetti non sono ancora compresi nella legislazione italiana, e perciò l’Italia rispetta in parte le indicazioni Greco. La situazione cambia per l’applicazione di sanzioni penali anticorruzione anche ai giurati e agli arbitratori stranieri: l’Italia non ha adottato provvedimenti. Tuttavia il governo sta vagliando un disegno di legge per adempiere alle ultime due raccomandazioni. Un’ulteriore indicazione Greco è sull’incriminazione della corruzione nel settore privato (articoli 7 e 8 della convenzione), rispettata solo in parte. La relazione conclude similmente riguardo ai reati di millantato credito e traffico di influenze illecite (art. 346 e 346-bis del codice penale), poiché l’applicazione di queste ipotesi è più limitata rispetto a quello della convenzione. Per il report è soddisfacente il modo in cui l’Italia ha applicato sistematicamente sanzioni dissuasive, e ha analizzato e risolto i problemi relativi alla prescrizione. Quanto al finanziamento ai partiti, per la relazione le misure di trasparenza e controllo adottate dall’Italia sono soddisfacenti, mentre le indicazioni sull’inasprimento delle sanzioni e i divieti di donazioni anonime sono rispettate solo in parte. Mario Pellegrino