IL SOLE 24 ORE
Lavori pubblici. Con le nuove regole di qualificazione più difficile provare i requisiti per l’attestazione Soa
Appalti, a rischio un’impresa su 5
ROMA. Un’impresa di costruzione su cinque rischia di uscire dal mercato dei lavori pubblici. Mentre una su due potrebbe essere costretta a limitare il suo raggio d’azione. Il nuovo codice appalti (Dlgs n. 50/2016), nella parte che riguarda le attestazioni, pone tutti i presupposti per un massacro delle Pmi: per effetto della regola che impone di guardare agli ultimi cinque anni di fatturato per sottoscrivere il contratto Soa, molti operatori dovranno ridimensionarsi.
L’analisi del casellario Anac dà una dimensione preoccupante a questa valanga in arrivo: su 29mila imprese attestate, sono circa 14.500 quelle che in futuro rischiano il taglio di una categoria o di una classifica e sono quasi 5.500 quelle che potrebbero doversi limitare alle gare sotto i 150mila euro, che non prevedono attestazione Soa.
Il primo tassello di questo caos è stato piantato nell’ultimo milleproroghe (decreto n. 210/2015). Qui è stata rinviata fino al prossimo 31 luglio una previsione già in vigore da anni: per dimostrare i requisiti di fatturato, in fase di sottoscrizione del contratto Soa, si guardava ai dieci anni che precedono la firma. Questo assetto serviva a favorire le imprese in un periodo di crisi. Con l’entrata in vigore del nuovo codice appalti, dal 19 aprile scorso, il regime di favore è stato cancellato. L’effetto di questo taglio è che si torna alla regola fissata dal Dpr n. 207/2010: la cifra di affari in lavori per la sottoscrizione dell’attestazione va dimostrata guardando al quinquennio antecedente la firma. Quindi, il mercato riparte da un sistema pensato per una fase di crescita. Analizzando gli effetti di questo cambiamento, si può intravedere un vero terremoto. Lo spiega Edoardo Bianchi, vicepresidente dell’Ance con delega alle Opere pubbliche. Premesso che «noi abbiamo fiducia nel nuovo codice», con le nuove regole «nessuno potrà crescere. Gli ultimi cinque anni coincidono con il periodo più acuto di crisi. Quindi se per documentare la propria capacità un’impresa deve fare riferimento a questo periodo è chiaro che si troverà nel curriculum molti meno lavori».
Attualmente in Italia ci sono 29.302 attestazioni. Il nuovo regime è meno favorevole, perché porterà a tenere conto soltanto di anni nei quali la crisi era al suo apice. Così, andando a rinnovare le attestazioni, molti incontreranno sorprese. Considerando le attestazioni rinnovate, integrate o sottoscritte nel 2015, solo il 31,8% avrebbe confermato la sua vecchia classifica anche con il nuovo sistema: un’impresa su tre. La metà degli operatori avrebbe avuto dei problemi, come l’abbattimento di una classifica o la perdita di una categoria: il 49,5 per cento. Ma, soprattutto, il 18,7% avrebbe sofferto la sanzione più dura: l’uscita dal mercato.
Proiettando queste cifre su larga scala, viene fuori che solo 9.318 imprese resteranno indenni. Circa 14.500 si vedranno restringere il raggio d’azione, mentre quasi 5.500 usciranno dal mercato. Non si tratta – va specificato – di un problema immediato. I contratti con le Soa, infatti, hanno validità quinquennale e vanno sottoposti a verifica dopo tre anni. Chi aveva il contratto in scadenza si è affrettato a rinnovarlo con le vecchie regole, per usufruire del bonus. «Considerando che il contratto di attestazione deve essere portato a conclusione entro 180 giorni dalla data della sua sottoscrizione – spiega il vicepresidente di Unionsoa, Rosario Parasiliti -, ne consegue che allo stato sulle Soa grava una considerevole mole di lavoro che dovrà necessariamente essere smaltita entro e non oltre il prossimo 18 ottobre». Il problema su scala più ampia, allora, comincerà a porsi solo tra qualche mese. Potrebbe, però, trattarsi di un problema difficile da risolvere, anche perché sarà combinato ad altre criticità. All’orizzonte, infatti, ci sono difficoltà anche per le imprese che hanno un direttore tecnico che svolga il suo ruolo in deroga rispetto alla regola generale che prevede un titolo di studio. In base al nuovo codice, non potranno più attestarsi. Giuseppe Latour Mauro Salerno