APPALTI: Appalti, ridimensionato il massimo ribasso (Italia Oggi)

IL SOLE 24 ORE

Appalti, ridimensionato il massimo ribasso

ROMA. Dire addio al massimo ribasso. Relegando la possibilità di assegnare le commesse tenendo conto solo del prezzo ai microappalti sotto i 150mila euro. Tra le decine di correzioni richieste dal Parlamento al codice degli appalti, in un parere gemello approvato ieri dalle commissioni di Camera e Senato, è questa la scelta che farà più discutere, saldando le posizioni contrarie messe nero su bianco nei pareri di Regioni e Comuni, con quelle dei costruttori che già ieri hanno già fatto sapere di «essere molto preoccupati» per gli effetti negativi sui tempi di assegnazione degli appalti e dunque sul passaggio dai progetti al cantiere. «Mi immagino un piccolo comune costretto ad assegnare appalti di importo risibile con l’offerta più vantaggiosa (prezzo più aspetti tecnici del progetto, ndr) – dice il presidente dell’Ance, Claudio De Albertis – significa ritardare l’aggiudicazione di 8-12 mesi in un momento in cui abbiamo invece bisogno di accelerare la spesa». Critiche dai costruttori arrivano anche sull’obbligo di assegnare con gare formali anche le opere di urbanizzazione secondaria (scuole e altri edifici pubblici). «Questo vuol dire che avremo le case, ma non i servizi di quartiere», sintetizza De Albertis che parla di un settore «in fibrillazione » anche per l’apertura di una falla nel delicato compromesso (80% in gara, 20% in house) sugli appalti dei concessionari.
Incassato il parere del Parlamento ora il decreto punta dritto verso la Gazzetta Ufficiale. L’obiettivo del governo è centrare il traguardo dell’entrata in vigore entro il 18 aprile, data di scadenza per il recepimento delle nuove direttive Ue su appalti e concessioni. Prima serve però un nuovo passaggio in Consiglio dei ministri, per adeguare il provvedimento ai rilievi del Parlamento, oltre alla bollinatura della Ragioneria e alla firma del capo dello Stato.
Tra le principali richieste spicca quella di esplicitare il divieto di nuove proroghe per le concessioni autostradali, la stabilizzazione dell’anticipazione del 20% del prezzo per i vincitori di cantieri pubblici (misura che scade il 31 luglio 2016) insieme al tetto al 30% per i subappalti, alla riduzione delle deroghe per le emergenze di protezione civile e alla stretta sulla trasparenza dei piccoli lavori (gara a procedura ristretta tra 150mila e un milione di euro). Su questo fronte è arrivata anche un’obiezione relativa agli appalti della Rai, che in base alla riforma varata a fine 2015 possono sfuggire ai paletti imposti dal codice se inferiori all’importo di 5,2 milioni. Qui la richiesta è di tornare sotto l’ombrello del codice, prevedendo procedure a evidenza pubblica. Allo stesso modo si chiede di inserire tra le attività soggette alle norme sugli appalti pubblici anche le operazioni legate all’estrazione e alla produzione di petrolio.
«Finalmente abbiamo un Codice degli appalti che dà tutti gli strumenti contro la corruzione e lo spreco di denaro e che ci fa stare in Europa», ha detto il relatore in Senato Stefano Esposito, che ha lavorato duramente alla riforma. Mentre i presidenti delle due commissioni parlamentari Ermete Realacci (Camera) e Altero Matteoli (Senato), in una nota congiunta sottolineano il «superamento della legge obiettivo», «l’archiviazione delle varianti», l’introduzione del débat public, il ruolo dell’Anac e il ritorno alla «centralità della progettazione tra i «punti salienti» della riforma. Mauro Salerno

Foto del profilo di Andrea Gentile

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