IL SOLE 24 ORE
Contratti pubblici. Confronto a Roma
Codice appalti, le proposte di più flessibilità
ROMA. Un passo indietro sul divieto di appalto integrato, attenuando l’obbligo di mandare in gara lavori solo su progetto esecutivo. Meno rigidità anche sul subappalto – superando il tetto che impone di subaffidare non più del 30% del valore dei contratti – e sul project financing, rivedendo il paletto che impone una soglia massima del 30% di contributo pubblico alle opere da realizzare insieme ai privati.
Sono alcune delle proposte messe nero su bianco in un “paper” elaborato dalla fondazione Italiadecide, l’associazione per la qualità delle politiche pubbliche presieduta dall’ex presidente della Camera Luciano Violante, in collaborazione con Aequa, ApertaContrada e Fondazione ResPublica. Proposte sottoposte ieri in un incontro pubblico a Roma anche al ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, che ha però ribadito la centralità della scelta compiuta sulla qualità della progettazione e ha messo in guardia sui rischi legati ai subappalti. «Il mio parere era seguire per intero l’indirizzo europeo che spinge nel senso della liberalizzazione – ha detto il ministro -. In Parlamento è stato invece deciso di inserire una soglia». Una scelta alla fine rivelatasi giusta per il ministro: «Non si può negare che esistono problemi sul subappalto – ha detto -. Basta guardare all’inchiesta di oggi (ieri, ndr) a Milano».
Il documento fa il punto sullo stato di attuazione del nuovo codice dei contratti pubblici e raccoglie in 15 proposte prioritarie le soluzioni operative messe a disposizione del Governo in vista dell’adozione del primo decreto correttivo del Dlgs 50/2016 da adottare entro il 19 aprile del 2017 (un anno dall’entrata in vigore del nuovo codice, come previsto nella legge delega 11/2016 approvata dal Parlamento).
Tra le proposte arriva anche la richiesta di introdurre nel sistema figure professionali di «buyer pubblici» e soprattutto quella di «definire meglio le funzioni dell’Anac e la sua posizione nella governance del sistema dei contratti pubblici». Nel mirino c’è soprattutto il potere di raccomandazione che autorizza l’Anticorruzione a intervenire sulle stazioni appaltanti sorprese a compiere atti illegittimi nelle procedure di gara. Nello studio si chiede di eliminare la disposizione secondo la quale l’inosservanza della raccomandazione Anac finisce per incidere sulla reputazione della stazione appaltante e di coordinare il potere di intervento riconosciuto all’Anac con le norme che riconoscono alla Pa di agire in autotutela. «Sappiamo che è un punto molto delicato – ha spiegato nel suo intervento il consigliere dell’Anac Francesco Merloni -. Ricordo però che si tratta di un potere che riguarda atti illegittimi. In ogni caso siamo intenzionati a usarlo con molta cautela».
Intanto prosegue il lavoro del governo per mettere a punto i decreti attuativi previsti dal nuovo codice. Delrio in particolare ha fatto riferimento ai decreti sui livelli di progettazione e sulla qualificazione delle stazioni appaltanti. «Stiamo per inviarli al Consiglio di Stato – ha spiegato – dopo aver ricevuto il concerto del ministeri dell’Economia e della Funzione pubblica a settembre».
Mauro Salerno