ITALIA OGGI
I principali dossier all’esame di Parlamento, Governo e Anticorruzione dopo la pausa estiva
Maratona sul codice appalti
Da adottare altri 19 provvedimenti attuativi. In vigore: 3 su 60
Codice dei contratti pubblici all’attenzione del parlamento e del governo, alla ripresa dopo la pausa estiva, insieme a consumo del suolo, terre e rocce da scavo e decreti Madia; al momento in vigore tre dei 60 provvedimenti attuativi del codice dei contratti pubblici. È questa in sintesi la situazione dei principali dossier relativi ai contratti pubblici sui quali si concentreranno parlamento, governo e Anac.
In sede parlamentare è in corso, e verrà conclusa a breve, un’indagine conoscitiva sull’attuazione del Codice, che verrà utilizzata dai componenti delle commissioni per acquisire elementi sulle criticità del decreto 50 anche ai fini dell’adozione prossima (comunque entro aprile 2017) del previsto decreto correttivo. L’aula del senato dovrà poi esaminare a breve la proposta di istituzione di una commissione di inchiesta sulla corruzione negli appalti pubblici, mentre alla camera, in aula, si discuterà la proposta di legge sul sostegno e la valorizzazione dei comuni con meno di 5 mila abitanti. Al senato è sempre in discussione il disegno di legge sul contenimento del consumo del suolo e il riuso del suolo edificato, già approvato alla camera e per il quale verrà svolto un ciclo di audizioni in commissione. Diversi sono poi gli atti di governo sui quali le commissioni dovranno esprimersi (dlgs sui servizi pubblici, i decreti Madia sulla Scia, il decreto sulle terre e rocce da scavo; è concluso invece l’esame del decreto sulle autorità portuali che deve uscire nella Gazzetta Ufficiale).
Sul fronte dell’attuazione del nuovo codice dei contratti pubblici (60 provvedimenti di attuazione in luogo di un regolamento generale, come era prima), va rilevato che dalla data di entrata in vigore del nuovo codice (19 aprile 2016) sono stati avviati gli iter per l’adozione di molti dei 19 provvedimenti che avrebbero dovuto essere emanati entro il 17 agosto 2016, mentre l’Autorità nazionale anticorruzione ha comunque concluso il lavoro (proposta, consultazione pubblica e invio proposte per i pareri) per quasi una decina di linee guida di cui tre dovrebbero essere in dirittura di arrivo, dopo i pareri del Consiglio di stato e delle commissioni parlamentari.
A oggi sono tre i decreti previsti dal codice, varati ed entrati in vigore: il primo è quello del ministro della giustizia, di concerto con il ministro delle infrastrutture e dei trasporti del 17 giugno 2016 (su Guri n. 174 del 27/7/2016), il cosiddetto decreto Parametri per il calcolo dei corrispettivi a base di gara dei compensi per gli affidamenti di progettazione e altri servizi tecnici.
Si tratta di un provvedimento che cambia sensibilmente il quadro della situazione perché, diversamente da quanto aveva affermato l’Anac, non è vincolante per le stazioni appaltanti, ma lo possono applicare ai fini dell’individuazione dell’importo dell’affidamento se i parametri vengono ritenuti «motivatamente adeguati».
Il secondo atto in vigore è il decreto del ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare del 24 maggio 2016 (su Guri n. 131 del 7 giugno 2016) che prevede l’aumento progressivo della percentuale del 50 per cento del valore a base d’asta relativa all’obbligo del rispetto dei criteri ambientali minimi negli appalti pubblici per determinate categorie di servizi e forniture.
Infine, il terzo provvedimento adottato è quello che stabilisce la composizione e le modalità di funzionamento della cabina di regia presso la presidenza del consiglio dei ministri per l’attuazione del codice, per il monitoraggio delle criticità e per i report in sede europea (decreto del presidente del consiglio dei ministri 10 agosto 2016 pubblicato sulla Guri n. 203 del 31 agosto 2016. P Andrea Mascolini