IL SOLE 24 ORE
Appalti. Chi non applica le condizioni di lavoro di riferimento perde le agevolazioni contributive
Senza «contratto leader» niente bonus
Negli appalti pubblici non applicare i contratti collettivi sottoscritti dalle organizzazioni comparativamente più rapprensentative determina l’impossibilità di beneficiare dell’esonero contributivo e di avere un Durc (documento unico di regolarità contributiva) regolare.
Il ministero del Lavoro, con la nota 14775/2016 di ieri, è intervenuto sull’applicazione dei contratti collettivi nell’ambito degli appalti pubblici, anche alla luce del codice degli appalti (decreto legislativo 50/2016) che, all’articolo 30, comma 4, prevede l’applicazione del «contratto leader» in relazione al settore e alla zona in cui si eseguono le prestazioni. Senza il rispetto di tale regola non si potrà avere accesso, per esempio, all’esonero contributivo previsto dalle leggi di Stabilità 2015 e 2016 per le assunzioni a tempo indeterminato. Inoltre, sui «contratti leader» viene parametrato il calcolo della contribuzione obbligatoria, qualora le retribuzioni previste da quest’ultimi siano più elevate di quelle utilizzate in sostituzione.
Per quanto riguarda le agevolazioni contributive e normative, il ministero richiama quanto già precisato nella nota 10599/2016, riferita alla diffusione di contratti territoriali o aziendali sottoscritti in base all’articolo 8 del Dl 138/2011 da parte di sigle sindacali minoritarie e con effetti di dumping sul relativo settore.
Ma oltre che per gli aspetti contributivi e le agevolazioni, il ministero evidenzia la centralità dei contratti siglati dalle organizzazioni comparativamente più rappresentative in quanto costituiscono il parametro di riferimento per la determinazione del costo del lavoro sia nella fase progettuale dell’appalto per la determinazione dei costi, sia nella fase di aggiudicazione per individuare le offerte anomale. M.Pri