Avvenire – 09/06/2015 I notai: rischio costi sugli atti «minori» (LUCA MAZZA)

Avvenire – LUCA MAZZA – 09/06/2015 pg. 8 ed. Nazionale

I notai: rischio costi sugli atti «minori» (vedi allegato)
Ddl concorrenza.
In quel melting pot di misure qual è il ddl concorrenza – in cui rientrano provvedimenti che spaziano dalle farmacie fino alle compagnie assicurative – c’è anche un punto duramente contestato dai notai. Il disegno di legge ha iniziato il suo iter alla Camera (dove le commissioni congiunte Attività produttive e Finanze stanno completando il ciclo di audizioni) e la categoria in questione chiede la cancellazione di una norma in particolare. Nel testo del ministro Guidi, presentato al Consiglio dei ministri del 20 febbraio, viene tolta l’esclusiva ai notai per gli atti di compravendita e di donazione di immobili non abitativi (come box, uffici, stalle, cantine, terreni agricoli e non agricoli) con un valore catastale inferiore ai 100mila euro. A far loro concorrenza saranno gli avvocati. Ma al di là della privazione di una fetta di lavoro finora svolto solo dai notai, questi ultimi sostengono che le conseguenze peggiori le pagheranno i cittadini, «come dimostra anche il fatto che molte associazioni dei consumatori si sono schierate al nostro fianco». «La possibilità che cessioni o donazioni di questi immobili avvengano con scrittura privata autenticata da un qualsiasi avvocato abilitato al patrocinio rischia di causare un’impennata dei costi e, allo stesso tempo, aumenterà i rischi di criminalità, di abusi e di frodi – afferma Carlo Carbone, giovane notaio (classe 1981) del distretto di Salerno e docente di diritto delle successioni alla Scuola notarile napoletana -. A essere danneggiate saranno soprattutto le fasce deboli della popolazione, che più delle altre hanno bisogno di un supporto al 100% nella vendita o nell’acquisto di una proprietà». Non a caso, anche il Consiglio nazionale del notariato sottolinea come «l’eliminazione del controllo preventivo di legalità di un pubblico ufficiale porterà a una inevitabile rarefazione delle verifiche in materia di antiriciclaggio (oggi il 91% delle segnalazioni fatte all’Uif della Banca d’Italia da tutti i professionisti provengono dai notai), minando l’affidabilità dei pubblici registri». Qualche settimana fa a Oristano si è svolta una protesta nazionale della categoria, all’insegna dello slogan “non rottamiamo la tutela”. Carbone ricorda il lungo lavoro che c’è dietro un atto: «Noi abbiamo l’obbligo di espletare le visure per verificare la sussistenza della proprietà e la libertà di questa da gravami. Poi provvediamo alla registrazione della scrittura, alla sua trascrizione nei pubblici registri e alla voltura. Ora tutte queste incombenze saranno a carico della parte acquirente. Anche per tale ragione le spese saranno destinate inevitabilmente a lievitare». La decisione di coinvolgere i legali, infine, viene considerata «illogica». «L’avvocato è giuridicamente e per sua natura un soggetto di parte – conclude Carbone -, mentre il notaio è un pubblico ufficiale». Altre lamentele arrivano, intanto, proprio dagli avvocati: ascoltati ieri alla Camera (tramite il loro organismo unitario Oua), hanno sostenuto che l’impianto del ddl è «teso a trasformare il risarcimento in indennizzo» per quanto concerne gli incidenti stradali.
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