AVVOCATI: Anai: serve un diverso percorso selettivo per gli esami di Stato (Mondoprofessionisti)

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Anai: serve un diverso percorso selettivo per gli esami di Stato

Numero programmato all’Università, con selezione al quarto anno e successivo anno specialistico: l’Associazione nazionale avvocati propone un diverso percorso selettivo per arrivare alla pratica della professione forense. «Bisogna cominciare dall’Università con un numero programmato in uscita da selezionare al quarto anno con un successivo anno specialistico per la professione forense ha illustrato il presidente Anai Maurizio De Tilla – Dovrà poi seguire un anno e mezzo di tirocinio serio e continuativo, alternato ad una formazione adeguata (di tipo francese) finanziata possibilmente dallo Stato. L’esame di abilitazione finale è il sigillo finale di un percorso rigoroso in base ad una scelta definitiva per il professionista. Tutto ciò porterà ad una sensibile riduzione degli iscritti agli albi, ma non c’è altra soluzione allo scottante problema dell’accesso. Un tempo i giovani laureati in giurisprudenza, dopo la pratica forense che durava un anno, accedevano a un esame selettivo e si affacciavano alla professione forense con il titolo di procuratore legale – ha continuato De Tilla – Dopo sei anni diventavano avvocati. Gli avvocati non erano più di quarantamila. Oggi, si accede direttamente, dopo diciotto mesi di pratica, all’esame di avvocato, con esami di abilitazione che sono, più che una prova selettiva, una lotteria per la disuguaglianza delle sedi e delle Commissioni esaminatrici che correggono gli scritti e procedono con un metodo incrociato con gli esami orali effettuati in altri Distretti. Si susseguono disparati giudizi di valutazione nella correzione degli scritti, combinati a non poche copiature, oltre che a raccomandazioni agli orali. Recentemente è stato accertato che una fonte diffusa per dare un buon esito agli scritti è data dall’uso durante gli esami di siti appositamente attrezzati al fine di offrire un aiuto ai partecipanti. Gli esami di abilitazione non sono, quindi, più attendibili». Di qui secondo l’Anai, la necessità di riformare integralmente e subito il percorso per l’accesso alla professione di avvocato, che parta dal numero programmato all’Università con un percorso selettivo che non si affidi solo alla lotteria dell’esame di abilitazione finale.

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