LA REPUBBLICA – Affari e Finanza
Avvocati, perché l’Oua si trasforma in Ocf
Cambia il volto della rappresentanza politica degli avvocati italiani. A Rimini nel corso dell’ultimo congresso, il 7 ottobre, con una mozione statutaria (591 voti su 929) la massima Assise dell’’Avvocatura ha deciso di superare l’Organismo Unitario dell’Avvocatura (Oua) in favore dell’Organismo Congressuale Forense (Ocf). Ma che cosa cambia? Lo spiega il presidente degli avvocati di Firenze, Sergio Paparo: «La proposta di ridefinizione della rappresentanza politica dell’avvocatura si differenzia dal precedente modello per alcuni elementi fondamentali. In primo luogo i delegati eletti nei singoli Ordini circondariali (in attuazione del principio “un avvocato, un voto) rimarranno in carica da un congresso all’altro, essendo stata prevista la possibilità (meglio: opportunità) che si svolgano sessioni congressuali intermedie per consentire alla “massima assise dell’ Avvocatura” (così la legge forense qualifica il Congresso) di intervenire puntualmente sulle questioni relative alla giustizia, ai diritti fondamentali ed alla professione formulando le sue proposte». In secondo luogo si sono fissate regole di svolgimento dei lavori congressuali che consentano che il dibattito e le determinazioni siano il più puntuali e coerenti possibili».