IL SOLE 24 ORE
Elezioni. Sul voto emendamento al Ddl concorrenza presentato alle associazioni dal ministro Orlando
Avvocati, preferenze ridotte al 51%
Sulle società tra legali resta il problema del ruolo del socio di capitale
Tutela delle minoranze attraverso l’espressione di preferenze per non più del 51% dei candidati; cancellazione del voto di lista; rappresentanza di genere assicurata; fase transitoria per allineare a fine 2018 la scadenza di tutti i Consigli degli ordini in maniera da potere partire dal 1° gennaio 2019 con un voto da svolgere con nuove regole uguali per tutti. È questo il contenuto dell’emendamento al disegno di legge concorrenza che nelle intenzione del Governo dovrebbe risolvere l’impasse venutasi a creare sulle elezioni forensi. Il testo è stato presentato dal ministro della Giustizia Andrea Orlando alle rappresentanze delle associazioni forensi e arriverà poi in Parlamento.
La soluzione messa a punto al ministero intende essere rispettosa delle indicazioni che sono arrivate dalla magistratura amministrativa che ha censurato il regolamento in base al quale più di un anno fa si è svolto il rinnovo dei Consigli dell’Ordine. A giugno 2015 infatti il Tar ha dichiarato l’illegittimità del regolamento perchè poco garantista nei confronti delle minoranze, soprattutto quando permette a ogni elettore di esprimere un numero di preferenze pari al numero dei candidati da eleggere, dove è ammessa la presentazione di liste che contengono un numero di candidati pari a quello dei consiglieri complessivamente da eleggere e dove si prevede che le schede elettorali possono contenere un numero di righe pari a quello dei componenti complessivi del consiglio da eleggere.
L’emendamento del ministero a questo punto dovrebbe consentire lo svolgimento del voto dove ancora non ci si è espressi, di considerare chiusa la partita dove si è già votato e non ci sono stati ricorsi e di rimettere la questione al Cnf, giudice “domestico” in quei Consigli rinnovati sì ma oggetto di impugnazioni. Secondo un monitoraggio del Cnf sono ancora 38 i Consigli che devono essere rinnovati e 101 quelli dove si è invece già rinnovata la governance sul territorio; in una ventina di questo centinaio sono stati presentati ricorsi.
In ogni caso la proposta della Giustizia incontra i favori delle associazioni. Il segretario generale Anf, Luigi Pansini, sottolinea la sintonia con il ministro visto che l’emendamento annunciato risponde «alla possibilità per l’elettore di scegliere la persona che lo rappresenterà e di esprimere liberamente la sua scelta tra tutti i candidati appartenenti anche a formazioni diverse».
L’Oua, per bocca del vicepresidente Pietro Faranda, osserva che la nuova proposta tiene conto del principio maggioritario, ma abbiamo «sottolineato la necessità del rispetto dello spirito della legge (il diritto di ogni singolo avvocato a indicare una chiara maggioranza di consiglieri) e della stessa sentenza del Tar che ha sospeso il regolamento richiamando la percentuale dei 2/3 delle preferenze esprimibili nell’ottica di un più stabile funzionamento degli Ordini».
Nell’incontro si è discusso anche dell’altro tema chiave, per la professione, del Ddl concorrenza, quello della società tra avvocati. L’ingresso del socio di capitale è sempre fortemente avversato da alcune componenti, in testa l’Anai, mentre da Anf c’è maggiore disponibilità a forme innovative di esercizio dell’attività forense. In ogni caso il ministero ha annunciato anche su questo punto l’intenzione di apportare alcune correzioni alla versione uscita dalla Camera. Nodo da sciogliere adesso appare soprattutto quello della presenza del socio di capitale come amministratore, con una presenza nel consiglio di amministrazione o anche come amministratore delegato. Giovanni Negri