ITALIA OGGI
Avvocatura, prioritarie indipendenza e formazione
Abbandonare l’ipotesi dell’introduzione del socio di capitale all’interno delle società tra professionisti per salvaguardare l’indipendenza della professione legale. Valorizzare il percorso post-universitario dei giovani. Lavorare affinché i professionisti possano riappropriarsi del ruolo di consulenti.
Queste le strategie emerse nel corso del convegno organizzato dall’Organismo unitario dell’avvocatura che si è svolto, ieri, a Milano avente a oggetto le strategie per il rilancio della professione. Un no deciso, quello che arriva dall’Oua, in merito all’introduzione del socio di capitale attraverso il ddl concorrenza «perché», ha sottolineato Pietro Faranda, vicepresidente Oua, «in caso contrario sarebbe a rischio l’indipendenza della categoria. L’avvocato, infatti, rischierebbe di essere eterodiretto perdendo quella autonomia che contraddistingue la professione».
A sottolineare la necessità, invece, di lavorare sul profilo strettamente fiscale, Claudio Acampora, delegato di Cassa forense. «Una delle misure concrete che potrebbe essere messa in campo, è senza dubbio la deducibilità di almeno una parte delle spese legali così come accade per quelle mediche», senza dimenticare però che qualsiasi tipo di misura che verrà messa in atto «non potrà prescindere da una vera e propria rivoluzione del sistema culturale in ambito fiscale», ha sottolineato Vittorio Emanuele Falsitta, avvocato esperto in diritto tributario, «è necessario, infatti, che l’amministrazione finanziaria smetta di considerare i professionisti come dei contribuenti disonesti a prescindere e che inizi, invece, a lavorare al loro fianco. In questa ottica», ha concluso Falsitta, «un ruolo importante è riservato agli avvocati che possono svolgere il ruolo di mediatori».
Tesi condivisa sia dal presidente di Asla, Giovanni Lega che ha posto l’accento sulla necessità di introdurre delle politiche fiscali che «agevolino in modo concreto chi esercita una attività professionale anche associata e chi si occupa di formare i giovani futuri avvocati», sia dal presidente dell’ordine degli avvocati di Milano, Remo Danovi, che ha sottolineato come sia «indispensabile, soprattutto per i giovani, accrescere le competenze sfruttando al massimo le opportunità di formazione».
A porre l’accento, inoltre, sulle opportunità legate al possibile accesso ai Fondi Ue da parte dei liberi professionisti e sulla possibilità da parte degli studi di usufruire di un Ccnl ad hoc, Confprofessioni, rappresentata per l’occasione dall’avvocato Ennio Bucci. E, a proposito di opportunità, «molte sono quelle legate all’attività di consulenza su cui i professionisti», ha concluso il giornalista Isidoro Trovato, «dovranno maggiormente puntare in futuro». Beatrice Migliorini