IL SOLE 24 ORE
Convegno Agi. Per gli avvocati giuslavoristi l’intervento correttivo sui voucher è utile ma con effetti da verificare
Contrattazione con regole ormai datate
Sab. 11 – Perugia. L’intervento correttivo sull’utilizzo dei voucher contenuto nello schema di decreto legislativo approvato ieri dal Consiglio dei ministri è utile, ma potrebbe non essere pienamente efficace nel contrasto all’abuso di questa forma di impiego. Nel corso della seconda giornata del convegno nazionale Agi (avvocati giuslavoristi italiani) in corso di svolgimento a Perugia, si è parlato delle correzioni previste dal governo al Jobs act, a margine delle tavole rotonde dedicate all’analisi della riforma del lavoro a un anno dalla sua applicazione.
Secondo Arturo Maresca, docente di diritto del lavoro all’università Sapienza di Roma, l’obbligo di notifica prima dell’utilizzo consente di scremare l’uso regolare da quello irregolare. «Poi si andrà a verificare se l’utilizzo corretto dei voucher costituisce un’anomalia perché magari può cannibalizzare il contratto a tempo determinato fino a duemesi di durata». Tuttavia, sottolinea Maresca, «il voucher è un’opportunità di dare soldi in modo regolare a lavoratori per piccole attività».
«Misura più che opportuna – afferma Aldo Bottini, presidente Agi –, sarà utile per reprimere gli abusi in quanto non si potrà più comprare il voucher e tenerlo nel cassetto in vista di una ispezione o in caso di infortunio». Franco Scarpelli, docente di diritto del lavoro all’università Bicocca di Milano, ritiene che la nuova procedura sia utile a contrastare proprio quest’ultimo tipo di utilizzo, ma ha qualche dubbio sulla capacità di combattere un altro tipo di irregolarità, cioè dichiarare l’utilizzo per un’ora ma poi impiegare il lavoratore per un periodo più lungo.
Qualche dubbio tra i giuslavoristi, invece, riguarda quale situazione si concretizzi quando viene individuato un lavoratore per cui non è stato notificato l’utilizzo del voucher. Il decreto prevede una sanzione da 400 a 2.400 euro, ma ci si chiede come distinguere questo lavoratore da uno in nero “tout court”.
In apertura di giornata si è affrontato, invece, il tema della rappresentanza e della contrattazione collettiva, con gli interventi degli avvocati Raffaele De Luca Tamajo e Valerio Speziale. Il primo ha evidenziato che le regole extralegislative che hanno governato il diritto delle relazioni industriali sembrano volgere al tramonto in uno scenario mutato rispetto al passato. Quanto al rapporto tra contrattazione nazionale e aziendale, ci sono tre orientamenti: la giurisprudenza legittima con notevole ampiezza la capacità regolatoria dei contratti aziendali; l’ordinamento intersindacale prevede deroghe aziendali solo per procedure e materie delegate dal contratto nazionale; la disciplina contenuta nell’articolo 8 della legge 148/2011 «è una mediana tra le due precedenti perché svincola la contrattazione aziendale da quella nazionale ma prevede una serie di paletti». A fronte di questa situazione, secondo l’avvocato, serve un intervento legislativo per non lasciare nell’incertezza.
Quanto alla validità degli accordi erga omnes, secondo Speziale non è necessario un intervento legislativo, anche perché non eliminerebbe del tutto la possibilità di accordi separati, a meno che non venga introdotto per legge un salario minimo che anziché recepire quanto contenuto nei contratti fissi un valore sensibilmente inferiore perché ciò costituirebbe un’ulteriore ipotesi di fuga dal contratto collettivo. Opportuno, invece, un provvedimento legislativo per chiarire i criteri di rappresentatività. Matteo Prioschi