LA REPUBBLICA
L`INTERVISTA / DANOVI, A CAPO DELL’ORDINE MILANESE
Danovi: “Oltre a farsi cattiva pubblicità così si rischia anche la parcella”
MILANO. Remo Danovi, presidente dell`Ordine degli avvocati di Milano, fa bene la Cassazione a ricordarvi che le cause già perse in partenza non vanno nemmeno cominciate? «Certo. Fra gli obblighi di un avvocato c`è quello di valutare se una possibile azione legale abbia fondamento».
Un cliente inutilmente litigioso per voi rappresenta una possibilità
di guadagno facile? «È una trappola in cui cascano solo i colleghi più sprovveduti. Portare avanti liti inutili è controproducente. I ricorsi “al buio”, come li chiamo, non pagano mai».
Per quale ragione? «Da un lato l`assistito, se perde, tende a rifiutarsi di saldare la parcella. Dall`altro, l`avvocato fa una pessima pubblicità a se stesso e all`intera categoria».
Come Ordine, cosa fate per insegnare agli iscritti ad arginare le pretese irragionevoli dei` clienti? «Non sempre è facile resistere alle pretese dell`assistito, ma la bontà del lavoro di un avvocato spesso si valuta alla fine del contenzioso, non all`inizio. Abbiamo inserito nei programmi di formazione corsi che preparano al rapporto con il cliente, da un punto di vista
deontologico e relazionale».
La mediazione stragiudiziale è una soluzione? «Certo. Come Ordine abbiamo un organismo di mediazione che gestisce migliaia di casi. E presto funzionerà anche la Camera arbitrale forense. Ma il governo deve semplificare le procedure. Oggi permangono trenta diversi riti nel contenzioso civile».
(fr.va.)