MONDOPROFESSIONISTI
Fantigrossi confermato alla guida degli avvocati amministrativisti per il prossimo triennio
Rinnovo per acclamazione di Umberto Fantigrossi alla guida dell’Unione nazionale avvocati Amministrativisti al Congresso nazionale di Genova sabato scorso. Fantigrossi sarà ancora presidente degli avvocati amministrativisti per il prossimo triennio, con l’allargamento del consiglio direttivo da 10 a 14 componenti. Tra i temi caldi del congresso la proroga, ormai la quarta, del processo amministrativo telematico: i legali hanno manifestato “indignazione” per l’ennesima proroga all’ultimo minuto del Pat che “appare inaccettabile per la mancanza di considerazione degli inconvenienti creati specie in conseguenza delle modalità temporali dell’intervento legislativo”. Affinché comunque tale proroga, “al di là della sua deprecabilità non sia inutile”, gli avvocati chiedono che nel periodo fino al 1° gennaio prossimo venga svolta una “sperimentazione piena e seria, molto diversa da quella breve e confusa che ha avuto luogo nei mesi scorsi. Venga svolta, cioè, una sperimentazione che consenta un ‘doppio binario’ facoltativo, nel quale la produzione degli atti cartacei si accompagni alla facoltà di produrre gli stessi atti, negli stessi tempi, anche in forma telematica”. E sempre nella direzione di rendere celeri i giudizi amministrativi e deflazionare i contenziosi va un protocollo ad hoc discusso e approvato al Congresso: un documento, ha sottolineato il presidente Fantigrossi, che vuole costituire una “guida per la condotta dell’avvocato amministrativista”, con l’obiettivo di “individuare e favorire buone prassi che possano fornire un contributo volontario, ma nel contempo significativo, al raggiungimento degli obiettivi del giusto processo, della sua ragionevole durata e dell’effettività della tutela dei diritti: prima, durante e dopo il giudizio”. Un documento che ha ricevuto il plauso del presidente del Consiglio di Stato Alessandro Pajno, di grande “utilità per il funzionamento della giustizia amministrativa”, e che punta alla chiarezza e sinteticità degli scritti difensivi, abolendo un “linguaggio oscuro o gergale”, con “testi strutturati in paragrafi, formati da frasi brevi e preceduti da un indice”. La lunghezza complessiva non dovrà superare, di norma, le 20 pagine. Anche qui c’è un accenno al processo amministrativo telematico, con un richiamo agli avvocati ad adeguarsi al futuro sempre più digitale.