ITALIA OGGI SETTE
Le regole in vigore dal prossimo anno rendono arduo l’accesso alla professione forense
Futuri avvocati, strada in salita
Esame di stato più difficile e simulato durante la pratica
Lun.25 – Strada in salita per i futuri avvocati. Dal 2017 il nuovo esame di stato sarà più difficile: senza testi commentati, con meno tempo per le prove scritte, più materie da preparare all’orale, criteri di valutazione più severi. Mentre la formazione obbligatoria, durante i 18 mesi di pratica, qualora venisse approvato lo schema di regolamento messo a punto dal ministero della giustizia e avallato dal Consiglio nazionale forense, sarà intervallata da verifiche e simulazioni di esame: il mancato superamento impedisce il rilascio del certificato di compiuta pratica. Insomma, via Arenula e Cnf, nell’attuazione della legge n. 247/2012, hanno preso una strada ben precisa: limitare, ove possibile, l’accesso alla professione forense. D’altra parte, l’eccessivo numero di avvocati non è sostenibile ormai da anni e la professione ha iniziato da tempo la sua discesa verso una progressiva proletarizzazione (si veda ItaliaOggi del 5 aprile scorso). Il nuovo esame di stato è disciplinato dalla riforma forense (articoli 46-49 della legge n. 247/2012) e dal regolamento del ministero della giustizia sulle modalità e le procedure di svolgimento (decreto n. 48/2016 pubblicato sulla G.U. n. 81 del 7 aprile scorso), in vigore dal 22 aprile scorso. Per la nuova formazione obbligatoria per i praticanti, invece, ci sarà più tempo: la bozza di regolamento messa a punto dal ministero della giustizia ha infatti recepito il parere del Cnf ed è in attesa di quelli del Consiglio di stato e del Parlamento, comunque non vincolanti.
Il nuovo esame di stato. Il nuovo esame di stato non sarà solo più difficile, ma anche, nelle intenzioni del legislatore, più trasparente. L’obiettivo dichiarato del regolamento adottato da via Arenula è infatti quello di ridurre al minimo il rischio “imbrogli” allo scritto e le disparità di trattamento dei candidati all’orale da città a città. Per evitare quindi che alla Corte d’appello di Napoli oltre il 99% dei candidati all’orale diventi avvocato, mentre a Torino passi solo il 61,42% (dati Mingiustizia 2013), non saranno più i commissari a formulare le domande, ma un data base creato presso via Arenula da dove i quesiti verranno estratti a sorte dal candidato. Il nuovo meccanismo dovrà essere realizzato entro il 22 aprile 2017, e nel frattempo la raccolta e l’estrazione delle domande avverrà manualmente.
La nuova formazione. Anche arrivare a sostenere il nuovo esame di stato potrebbe rivelarsi un percorso in salita per i praticanti. Se infatti fosse approvata la bozza di regolamento recante la disciplina dei corsi di formazione per la professione forense nella sua attuale sostanza, il praticante, nell’arco dei 18 mesi di tirocinio, sarà tenuto a seguire corsi di durata minima di 160 ore e a numero programmato. L’accesso avverrà infatti per merito o grazie al superamento di prove scritte e orali. Durante i 18 mesi di corsi, poi, sono previste almeno tre verifiche periodiche del profitto, che avverrà sulla base di una prova orale avente a oggetto gli argomenti relativi agli insegnamenti svolti nel determinato periodo, e di tre prove scritte, svolte anche come simulazioni di esame di stato. Gabriele Ventura