IL MATTINO
Napolitano: «Rivedere la riforma delle carceri»
Il Presidente emerito a Mattarella «Avrà sicuramente a cuore la questione penitenziaria»
Superare la cultura dell`emergenza e delle false paure, ma soprattutto mettere mano alla riforma carceraria che risale ormai allontano 1975. Giorgio Napolitano non ha dubbi: il presidente emerito della Repubblica è convinto che i tempi sono maturi per una modifica di una normativa che ha determinato per i detenuti condizioni umane degradanti, inaccettabili, per le quali la Corte europea dei diritti dell`uomo ha già condannato l`Italia.
L`ex capo dello Stato è intervenuto ieri al convegno “Il carcere dei diritti: verso gli Stati Generali”, svoltosi presso il Circolo degli ufficiali di Palazzo Salerno e al quale hanno partecipato – tra gli altri – il ministro della Giustizia
Andrea Orlando, l`ex Guardasigilli e presidente emerito della Corte Costituzionale Giovanni Maria Flick, il garante regionale dei detenuti Adriana
Tocco, il presidente del Tribunale delle Misure di prevenzione di Napoli Carminantonio Esposito, giuristi e docenti universitari oltre al presidente dell`Ordine dei giornalisti della Campania Ottavio Lucarelli.
Per Napolitano una revisione della riforma penitenziaria del `75 sarebbe opportuna: «In generale – ha sottolineato – nel nostro Paese non si sono fatte
tutte le riforme necessarie ma assai di meno. Penso che sia arrivato il momento di riformare la legge del `75. E credo che il presidente Mattarella, che degnamente esercita la funzione di capo dello Stato, avrà sicuramente a cuore la questione penitenziaria e darà il suo contributo».
Napolitano inizia il suo ragionamento prendendo le mosse da quel messaggio al Parlamento firmato nell`ottobre de12013, nel quale – di fatto – sollecitava le Camere ad una riflessione rispetto all`adozione di un possibile provvedimento demenziale. «Nel corso del mio mandato – ha ricordato – sono
stato riluttante verso i messaggi alle Camere considerando questo un istituto
forse desueto; tuttavia mi assunsi il rischio, dopo il pronunciamento della Corte dei diritti dell`uomo non ebbi più dubbi. Posso dire che ho scommesso e che mi è andata bene come dimostrano i miglioramenti che ci sono stati a partire dai dati sulla popolazione carceraria fino allo sviluppo delle pene alternative». Per l`ex capo dello Stato nel corso degli ultimi venti anni c`è
stato un «autoimpoverimento spaventoso sul piano dei valori e dei comportamenti e anche dal punto di vista culturale. E oggi dobbiamo reagire
come singoli, ciascuno con le sue responsabilità, per concorrere alla riabilitazione e al rilancio della politica e contro le dosi quotidiane di regressione culturale che vengono iniettate».
A che cosa si riferisce Napolitano è presto detto: «C`è una certa tendenza a chiedere la condanna anche degli intercettati senza che passino non dico per un processo ma neanche per un rinvio a giudizio.
Credo dobbiamo chiamare in causa le istituzioni culturali, gli intellettuali che
fanno opinione, il mondo dell`informazione che dovrebbe farsi un profondo
esame di coscienza; e poi la politica, che deve farsi carico di respingere le dosi
di regressione culturale che quotidianamente vengono iniettate». A margine
dell`incontro Napolitano si è intrattenuto con l`ex senatrice Graziella Pagano,
informandosi sulla situazione politica e amministrativa di Napoli.
Critico nei confronti di quanti oggi alimentano la paura rispetto a provvedimenti quali quello sulla «tenuità della pena» o quello sulla chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari è stato il ministro Orlando. «Il carcere – ha detto il Guardasigilli – va visto come una cifra della democrazia e noi siamo grati a Napolitano che con il suo messaggio alle Camere spianò una specie di road map per uscire dall`emergenza. In tal senso credo anche che Vanno prossimo ci aiuterà molto anche il Giubileo che avrà per tema la misericordia». No comment, invece, a chi gli chiedeva un commento sul caso della eventuale sospensione del neogovematore della Campania Vincenzo De Luca ai sensi della legge Severino: «Io sono rispettoso delle procedure che sono previste dalla legge», si è limitato a rispondere. Giuseppe Crimaldi
Data: 10/06/2015