AVVOCATI: Praticanti avvocati, quante ingiustizie (Il Giornale d’Italia)

IL GIORNALE D’ITALIA

Praticanti avvocati, quante ingiustizie
Formazione obbligatoria e a numero chiuso per gli aspiranti legali, quasi allontanati dalla professione

Formazione obbligatoria di minimo 160 ore ma a numero chiuso per i praticanti avvocati anche in base ai meriti universitari. E ancora: un esame di ingresso e uno finale, oltre a tre prove durante i corsi. Il tutto, naturalmente, a pagamento. La bozza di regolamento sulla disciplina dei corsi di formazione per la formazione forense è ormai ultimata e il Ministero della Giustizia l’ha da poco trasmessa al Cnf (Consiglio nazionale forense) per il relativo e scontato parere. E la chiamano “abilitazione”. Sembra di stare ancora all’università, con i criteri di selezione praticamente identici a quelli previsti per le scuole di specializzazione. Pratica sul campo nulla ma solo davanti ai banchi. E non in tribunale o all’interno di studi legali. Sacrificati per via di riforme davvero insensate. Volte solo a far perdere un sacco di tempo. Con nuove prove in itinere con tanto di simulazione dell’esame della prova di Stato. Tutto a carico dei partecipanti, con l’obiettivo di “sfoltire” il numero degli avvocati in Italia attraverso la revisione della formazione post-laurea. Rendendo l’accesso alla professione notevolmente costoso e quindi non per tutti. Altro che giustizia. Siamo alle prese con una vera e propria ingiustizia, perché il vero obiettivo dei corsi di formazione dovrebbe essere quello di colmare le lacune a livello pratico degli aspiranti avvocati, vero punto debole dei nostri atenei. E anziché anticipare, magari di un anno, il tirocinio forense, il dicastero di via Arenula guidato da Orlando ha pensato di allungare ancora i tempi. Rendendo il percorso sempre più tortuoso a chi sogna di diventare legale. Verrà dunque privilegiata la strada della selezione, non solo all’entrata ma anche all’uscita. Con una specie di esame di Stato anticipato che non servirà a nulla se non ad aumentare lo stress dei praticanti che dovranno svolgere mesi di “formazione” in concomitanza con la pratica forense. Con migliaia di ragazzi costretti a sottrarre tempo importantissimo alla professione, avendo così ancora meno possibilità di fare tirocinio in studi legali che pretendono una presenza praticamente fissa e il più delle volte nemmeno retribuita. Una vera e propria mannaia, l’ennesima, sulla testa dei neolaureati. Con il ministero della Giustizia che sembra avere l’obiettivo di allontanare e non avvicinare i futuri avvocati dalla professione. M.Z.

Foto del profilo di Andrea Gentile

andrea-gentile