ITALIA OGGI
Sos avvocati
Professione, accesso oneroso
Sab. 26 – Accesso alla professione forense costoso ed elitario con la nuova formazione per i praticanti. A lanciare l’allarme sono le associazioni di studenti e praticanti avvocati, alla luce della bozza di regolamento recante la disciplina dei corsi di formazione per la professione forense, inviata dal ministero della giustizia al Consiglio nazionale forense per il relativo parere, e i cui contenuti sono stati anticipati da ItaliaOggi del 23 marzo scorso. «La partecipazione a tali corsi sarà obbligatoria», sottolinea Riccardo Laterza, portavoce nazionale della Rete della Conoscenza, «prevedendo un numero programmato, che di fatto rende l’accesso alla professione a numero chiuso, e numerosi esami in itinere, tra cui un esame finale che consisterà in una simulazione della prova dell’esame di stato». Secondo Domenico Cristiano, responsabile nazionale dell’Area Giuridica di Link-Coordinamento Universitario, «sembra proprio che la ratio di tale regolamento sia quella di sfoltire il numero di avvocati presenti in Italia attraverso la revisione della formazione post-laurea, rendendo l’accesso alla professione notevolmente costoso ed elitario, sottoponendo la possibilità di effettuare la pratica alla valutazione della carriera universitaria o di un apposito esame di ingresso». Ricordiamo che l’art. 7 della bozza di regolamento prevede che la selezione per l’accesso ai corsi «potrà avvenire esclusivamente secondo criteri di valorizzazione del merito, con riferimento agli studi universitari o a prove scritte e orali». Durante il corso sono previste almeno tre verifiche periodiche, sulla base di una prova orale e di tre prove scritte, e una verifica finale consistente nella simulazione dell’esame di stato (art. 8). I soggetti organizzatori dei corsi, ovvero i consigli dell’ordine forense o le associazioni forensi, possono prevedere la corresponsione di una quota di iscrizione, destinata alla copertura delle spese di organizzazione. Quanto alle borse di studio, invece, possono essere previste in favore dei tirocinanti «più bisognosi e meritevoli» (art. 6).