ITALIA OGGI
Le proposte dal congresso degli avvocati tributaristi a Palermo
Serve un giusto processo tributario
da Palermo Beatrice Migliorini
sab.24 – Riformare il processo tributario affinché siano garantiti a tutti gli effetti il diritto di difesa e un giusto processo. Il tutto, partendo dalla garanzia di un contraddittorio vero tra le parti in causa che non sia più sbilanciato a favore dell’amministrazione finanziaria. Queste le priorità emerse ieri, nel corso del IV Congresso ordinario dell’Unione nazionale delle camere degli avvocati tributaristi dal titolo «Giustizia tributaria, doveri e diritti del contribuente» che si concluderà oggi a Palermo, a seguito delle analisi di alcuni dei rappresentati delle Camere diffuse sul territorio. «Il diritto alla prova è una articolazione vera e propria del diritto di difesa e del giusto processo», ha sottolineato l’avvocato Diego Conte, della Camera di Milano, «ecco perché è così importante che sia garantito a tutti gli effetti ed ecco perché bisognerebbe limitare l’uso di strumenti presunti che hanno un mero carattere relativo, che semplificano eccessivamente l’attività del Fisco che, oltretutto, anche nella fase procedimentale ha un potere eccessivo.
Non si può parlare, quindi, di riforma del processo tributario senza passare dal rendere effettivi il diritto di difesa e della prova il cui oggetto, invece, al momento è predeterminato». Tesi condivisa anche dall’avvocato Umberto Santi, della Camera del Veneto, ad avviso del quale la strada da seguire deve essere quella di «rivendicare il primato della sostanza sulla forma entrando in un’ottica in cui strumenti presuntivi come il redditometro o gli studi di settore potrebbero essere usati come strumenti per individuare situazioni anomale per poi procedere alla ricerca di prove storiche, e non il contrario».
Nel corso dell’incontro è inoltre stato affrontato il tema del diritto ad un vero contraddittorio con l’amministrazione finanziaria. «Un contraddittorio che deve essere effettivo e costruttivo tra tutte le parti in causa e che deve sostanziarsi in un confronto vero e proprio e non in una costante giustificazione da parte del contribuente o di chi lo rappresenta», ha sottolineato l’avvocato Fabio Benincasa della Camera di Napoli, «senza contare poi», ha precisato l’avvocato Fabio Falcone della Camera della Romagna nella relazione inerente le frodi Iva «che non si può pretendere che i contribuenti abbiano sempre contezza di alcune dinamiche in cui si possono trovare coinvolti sotto il profilo tributario». A conclusione degli interventi, da parte dell’avvocato Lucio Rossi della Camera di Caserta e dell’avvocato Francesco D’Ayala Valva, è stato posto l’accento sul ruolo chiave che gli avvocati tributaristi possono giocare per la riforma del processo tributario, attraverso non solo una preparazione sostanziale approfondita ma anche e soprattutto attraverso l’attività di analisi e confronto delle norme.