AVVOCATI: Specializzazioni, decide il ministero di Salvatore Sica – Vicepresidente della Scuola superiore dell’avvocatura (Italia Oggi)

ITALIA OGGI

L’intervento/avvocati
Specializzazioni, decide il ministero

di Salvatore Sica – Vicepresidente della Scuola superiore dell’avvocatura

In merito all’articolo «Specializzazioni riviste», pubblicato su ItaliaOggi del 17 maggio, relativo alla riunione che si è tenuta in Cnf con le Associazioni specialistiche in relazione al regolamento ministeriale sulle specializzazioni, cogliamo l’occasione per fornire informazioni utili a inquadrare correttamente il tema: il Cnf come è propria consuetudine, e in particolar modo su tale tema, ha inteso avviare un proficuo dialogo con le associazioni specialistiche incluse nell’apposito elenco previsto dal regolamento relativo, pur nella consapevolezza che si tratta di un incontro informale e che l’ultima decisione spetta al ministero, cui il Cnf, come non mancherà di fare, può soltanto far pervenire ipotesi propositive.
Il regolamento sulle specializzazioni è contenuto in un apposito decreto ministeriale ed è il ministero stesso a farsi carico delle scelte definitive, spesso, come è legittimo, prescindendo o disattendendo le indicazioni del Cnf: così è stato anche per il decreto ministeriale poi caducato dal Tar Lazio quanto all’elencazione delle materie. Tra l’altro, onde evitare banalizzazioni o veri e propri errori divulgativi, il medesimo regolamento non ha affatto posto in discussione le prerogative in tema del Cnf, siccome delineate dalla l.247/2012.
Dal canto suo, il Consiglio nazionale forense, sin dall’approvazione del regolamento ministeriale nell’agosto scorso, aveva annunciato che la materia delle specializzazioni richiede una costante e continua verifica suggerendo la necessità di «monitoraggi periodici», anche alla luce di alcune criticità da subito emerse.
Per questo motivo, Cnf e la Scuola superiore dell’avvocatura hanno da sempre focalizzato l’attenzione sull’argomento, anche studiando eventuali correttivi al regolamento ministeriale ancor prima dell’intervento del giudice amministrativo. Correttivi da proporre al ministero della giustizia che, si ribadisce, è l’organo titolare della potestà normativa in questo ambito. Valga per tutti il Tavolo dei civilisti, avviato dalla Scuola superiore con Unione camere civili e con le tre associazioni accademiche di settore, che aveva già prefigurato la necessità di evitare la «polverizzazione» del diritto civile in mille «rivoli»: proposta di unificazione del diritto civile in un’unica area specialistica condivisa dalle associazioni.
In merito all’ultimo incontro, al quale l’articolo specificatamente si riferisce, nessun elenco «alternativo» di aree di specializzazione è stato predisposto ai fini di un invio al ministero. E questo per tre ragioni, tra le altre.
La necessità di attendere la decisione del ministero sul se impugnare o meno la decisione del Tar; la circostanza che le ipotesi sul tavolo sono ancora in fase di elaborazione; e che, comunque la redazione di un parere del Cnf da sottoporre al ministero è nelle prerogative del Consiglio, dopo il dovuto filtro delle varie posizioni, incluse quelle accademiche, attesa l’indispensabile componente universitaria nella formazione specialistica imposta dalla disciplina in argomento e soprattutto la necessaria interlocuzione con l’agorà degli ordini e, appunto, con le associazioni specialistiche.
Altro e diverso è il percorso normativo vero e proprio: una eventuale modifica del decreto ministeriale voluta dal ministero dovrà per legge essere preceduta dalla raccolta dei pareri e delle osservazioni delle diverse rappresentanze dell’avvocatura, proprio a significare l’impegno corale per l’attuazione della riforma.

Foto del profilo di Andrea Gentile

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