ITALIA OGGI
Dopo lo stop del Tar Lazio il mingiustizia annuncia l’intenzione di ricorrere al Cds
Specializzazioni senza pace
Non si ferma la battaglia legale sulle specializzazioni forensi. Il ministero della giustizia impugnerà infatti davanti al Consiglio di stato la sentenza del Tar Lazio che ha bocciato i criteri con i quali sono state individuate le aree di specializzazione (si veda ItaliaOggi del 15 aprile scorso). Lo ha annunciato il Guardasigilli, Andrea Orlando, nel corso del Cinquantenario Aiga che si è svolto il 10 e 11 giugno scorsi a Roma. «Riteniamo che la censura del Tar Lazio», ha detto il ministro, «sia ingiustificata e inaccettabile perché viene contestato il criterio secondo il quale abbiamo individuato le aree di specializzazione. È vero che, da un lato, tale criterio deve essere motivato, ma non può essere elemento di discrezionalità politica. All’interno della stessa materia possono essere individuate una o più specializzazioni ma tale scelta non è definibile ex ante, ma sulla base di una valutazione di carattere discrezionale. Opporremo le nostre ragioni e metteremo in evidenza il fatto che all’interno del decreto è presente una norma che prevede la revisione periodica delle specializzazioni».
Orlando si è poi rivolto alle anime dell’avvocatura che hanno impugnato il decreto al Tar Lazio, assicurando che comunque le specializzazioni, qualora non convincessero, possono essere riviste tra sei mesi. «La scelta è tra partire con aree che non convincono ma che possono essere riviste e non partire del tutto», ha sottolineato, «lasciando così la strada aperta a coloro che affermano che siccome le offerte dei servizi legali sono uguali tra loro, possono essere valutate esclusivamente sulla base dei costi».
Nel frattempo il Consiglio nazionale forense stava valutando, insieme alle associazioni specialistiche e alle altre istituzioni coinvolte nella attuazione del decreto, la possibilità di presentare a Via Arenula una proposta di elenco alternativo di aree specialistiche, che rispettasse i dettami indicati dal Tar Lazio (si veda ItaliaOggi del 17 maggio scorso). La decisione di Orlando cambia però le carte in tavola, rischiando di lasciare le specializzazioni in stand by.
Esprime perplessità, riguardo la scelta di Orlando, il presidente dell’Organismo unitario dell’avvocatura, Mirella Casiello. «L’esigenza di modificare il regolamento», spiega, «è avvertita da una fetta importante dell’avvocatura: l’Oua, l’Anf, gli ordini di Roma, Milano e Palermo. Mi stupisce, quindi, che di fronte a una volontà così ampia di rivedere le specializzazioni, il ministro decida comunque di andare avanti per vie giudiziarie, anziché modificare il regolamento ascoltando anche il parere di chi ha rilevato le problematiche confermate dal Tar». Gabriele Ventura