AVVOCATI: Taranto e Brindisi apripista per il microcredito agli avvocati (Il Sole 24 Ore)

IL SOLE 24 ORE

Taranto e Brindisi apripista per il microcredito agli avvocati

Il microcredito in soccorso dei giovani avvocati. Dei professionisti che hanno partita Iva ma non sono in grado di offrire garanzie bancabili ai fini dell’accesso al credito e quindi sono in difficoltà nello svolgere la loro professione. Primi in Italia, realizzando così un’esperienza che può fare da apripista, gli Ordini degli avvocati di Taranto e Brindisi hanno infatti stipulato una convenzione con l’Ente nazionale per il microcredito.
Con la supervisione dell’Osservatorio nazionale sull’uso dei sistemi Adr, l’accordo prevede la possibilità di offrire finanziamenti con la garanzia dello Stato fino a 35mila euro ai giovani avvocati anche senza garanzie reali. Nel tasso di interesse, si specifica, è compreso un percorso di formazione, un tutoraggio e l’assistenza fiscale e tecnica. I finanziamenti possono essere utilizzati per formazione professionale, acquisto di beni materiali e anche dell’auto.
«La crisi generale colpisce anche le professioni – spiegano i presidenti degli Ordini degli avvocati di Taranto e Brindisi, rispettivamente Vincenzo Di Maggio e Carlo Panzuti -. I primi a farne le spese sono i giovani, non più attratti dalla professione forense. Aumentano così le cancellazioni dagli Albi professionali e diminuiscono le iscrizioni. L’accesso alla nostra professione è sempre più difficile e il reddito procapite dei professionisti è in forte diminuzione».
«Negli ultimi tre anni – dice Giovanni Nicola Pes, vice segretario generale dell’Ente nazionale per il microcredito – il nostro istituto, che è un ente pubblico non economico, ha sostenuto finanziamenti nei confronti di circa 34mila imprese con un plafond di 250 milioni di euro erogati dal sistema bancario con garanzia dello Stato. Con la nuova finanziaria, oltre che le aziende, possiamo finanziare anche i liberi professionisti. Il microcredito – spiega Pes – rimette in moto l’economia e genera occupazione: ha un moltiplicatore di 2,43. Vuol dire che per ogni professionista finanziato, lavorano in media 2,43 persone».
Lo stato di difficoltà economica dei giovani avvocati è testimoniato anche dalle cifre della Cassa forense. Secondo quest’ultima, nel 2015 gli avvocati under 30 (si parla di media ovviamente) hanno dichiarato meno di 10 mila euro l’anno di reddito Irpef, quelli tra i 30 e i 34 anni meno di 14 mila euro, entro i 40 anni di età poco più di 20 mila euro e tra i 40 e i 44 anni la media è di 29.346 euro l’anno di reddito.
Nella suddivisione per aree geografiche, poi, il guadagno medio (dichiarato ai fini Irpef) di un avvocato nel Nord è stato nel 2015 di 54.463 euro, di 41.509 del Centro e di 22.398 euro nel Sud e isole. Più di trentamila euro di divario tra Sud e Nord. Il rapporto 2015 della Cassa forense analizza lo stato dei legali iscritti che adesso sono più di 235 mila. Domenico Palmiotti

Foto del profilo di Andrea Gentile

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