IL CORRIERE DELLA SERA
L’Arbitro bancario si moltiplica
Le crisi? In 20 anni sono state 125
ROMA. I risparmiatori traditi interpellano sempre di più i guardiani del mercato e ci vogliono più orecchie qualificate per ascoltare la gente comune. «Per corrispondere alla crescente domanda da parte dei cittadini — ha detto il governatore Ignazio Visco nella sua relazione — entro la fine del 2016 saranno costituiti quattro nuovi collegi dell’Arbitro bancario finanziario». Saranno a Bari, Bologna, Palermo e Torino e affiancheranno quelli già operanti a Milano, Napoli e Roma. Che cosa può fare l’Arbitro bancario? È un sistema di risoluzione delle controversie (sotto i 100 mila euro) che possono sorgere tra i clienti e le banche e gli altri intermediari in materia di operazioni e servizi bancari e finanziari: dai conti correnti alle carte di pagamento, dai bonifici agli assegni, fino ai prestiti e alla cessione del quinto dello stipendio. Può essere una strada più semplice ed economica rispetto al ricorso al giudice: non prevede infatti assistenza legale da parte di un avvocato. È un sistema «stragiudiziale» perché la risoluzione avviene al di fuori del processo ordinario. Tutto si svolge per iscritto, senza perizie, con l’acquisizione dei documenti che riguardano la vicenda. Le decisioni non sono vincolanti, ma se banca, Poste o altri soggetti non le rispettano il loro inadempimento è reso pubblico. Se il verdetto dell’Abf non soddisfa il cliente, l’intermediario o entrambi, ci si può rivolgere alla giustizia ordinaria. Anche la Consob ha annunciato in maggio la costituzione di un Arbitro specializzato nelle liti sui prodotti finanziari e le società quotate: partirà dopo l’estate. Visco ha specificato di aver gestito negli ultimi 20 anni le crisi di 125 intermediari, quasi tutti piccoli: circa la metà dei commissariamenti è avvenuta negli ultimi sette anni.