CARCERI: È assolto ma resta ancora in carcere (La Stampa)

LA STAMPA
È assolto ma resta ancora in carcere
SAVONA. Assolto per incapacità totale di mente è da sette giorni in
un cella del carcere genovese di Marassi perché la residenza per l`esecuzione delle misure di sicurezza di Castiglione delle Stiviere (ex ospedale psichiatrico criminale) – indicata dal ministero per ospitarlo – è off limits: 210 ospiti a fronte di una capienza massima di 160. La procura di Savona, nonostante i solleciti a tutte le autorità competenti, non è ancora riuscita a trovare una collocazione idonea a Luigi Frumento, 53 anni, savonese, assolto al processo dall`accusa di parricidio, ma giudicato da ben due periti «socialmente pericoloso» e in grado di commettere un altro omicidio se non sottoposto a cure. Due le alternative per il sostituto procuratore Vincenzo Carusi: lasciare in carcere Frumento («violando i suoi diritti umani») o azzerare le misure di sicurezza concedendo la libertà vigilata «ma con il pericolo – dice il pm – di mettere in circolazione un uomo che i medici ritengono possa scatenare la
sua violenza contro la sorella. Dopo aver ucciso con 15 coltellate il padre». Luigi Frumento non è un paziente qualunque. «Non ha commesso una rapina, ha ucciso il padre» ripete il pm Carusi che dopo la lettura
dell`assoluzione da parte del gip Fiorenza Giorgi, mercoledì 15 giugno, si è attivato per trovare una soluzione. Compito improbo, che riporta alla ribalta la vicenda della trasformazione degli ex ospedali giudiziari Opg) – scattata a novembre scorso, voluta dal governo Monti e ratificata da Renzi nelle
cosiddette Rems. La regione Liguria non ha ancora una sua residenza per pazienti psichiatrici alle prese con problemi di giustizia e ha stipulato una convenzione con la Lombardia. Ma nella struttura mantovana di Castiglione delle Stiviere i posti sono esauriti. Che fare? Il pm savonese ha scritto alla regione Liguria, a quella lombarda, alle Asl di Savona e Mantova, al dipartimento amministrazione penitenziaria del Ministero, ai provveditori alle carceri di Milano e Torino.
Insomma a tutte le autorità competenti a risolvere il caso. Protocollate le lettere sabato 18, fino a ieri sera nessuno si era ancora fatto vivo. Nel palazzo di giustizia savonese imbarazzo e rabbia sono palpabili. Anche perché la vicenda sembra senza soluzione e le sanzioni (anche economiche) incombono. GIOVANNI CIOLINA

Foto del profilo di Andrea Gentile

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