CARCERI: Gli insoliti casi in cui la turbativa d’asta porta al carcere (Il Sole 24 Ore)

IL SOLE 24 ORE

Custodia cautelare. Misura drastica per un appalto da poche migliaia di euro, ma per il Gip grave rischio di inquinamento delle prove
Gli insoliti casi in cui la turbativa d’asta porta al carcere

Che una turbativa d’asta porti alla custodia cautelare in carcere è un fatto insolito. La misura, applicata al sindaco democratico di Lodi Simone Uggetti e a un consigliere di una piccola partecipata comunale Cristiano Marini, sembrerebbe piuttosto dura per questo tipo di reato, per il quale è previsto il carcere da 6 mesi a 5 anni. Soprattutto se si pensa che siamo ancora in fase d’indagine, e che stiamo parlando dell’assegnazione della gestione di due piscine a Lodi, attraverso una gara che ha avuto come base d’asta poche migliaia di euro.
Tuttavia il giudice per le indagini preliminari, Elisabetta Ciriaco, ha individuato con chiarezza uno dei tre motivi per il quale è prevista questa decisione drastica: il (forte) rischio di inquinamento prove. Lo dimostrerebbero le conversazioni intercettate fra gli indagati, spiegano gli inquirenti. È?in questi dialoghi che emergerebbe, già in fase di indagine, la chiara volontà di cancellare i dati del computer e di camuffare le reali motivazioni della scelta della società aggiudicataria, la Sporting Lodi, per la gestione delle piscine. I procuratori prima e il gip dopo hanno dunque ipotizzato che, con un semplice avviso di garanzia, l’attività di manomissione si sarebbe ripetuta e aggravata, compromettendo l’inchiesta.
Ecco alcuni estratti delle intercettazioni. «E se formattiamo?», dice il 6 aprile 2016 Uggetti a Marini. Erano già iniziate a circolare sulla stampa voci di una possibile indagine e quindi i pm immaginano che la formattazione servisse a cancellare i dati storici del computer. Marini risponde con una battuta: «Se formattiamo tutto il computer (sorride)…Mi sparo in testa». «No, estrai tutti i documenti e formatti», ribatte il primo cittadino. E ancora frasi del genere. Secondo il gip non c’è «davvero nessun dubbio in merito alla colpevolezza degli indagati dell’illiceità dell’attività compiuta come comprovato dalle numerose conversazioni che documentano il timore di Uggetti e Marini che il bando emanato potesse essere oggetto di indagini di polizia giudiziaria, alla luce degli esposti intervenuti e dal clamore mediatico».
Non solo le intercettazioni. Per il gip il pericolo di inquinamento delle prove è da ravvisare anche nella richiesta di un incontro da parte del sindaco con il comandante provinciale della guardia di Finanza «finalizzato a carpire informazioni sulle indagini in corso e contestualmente a riordinare una linea difensiva fondata sullo screditare il possibile concorrente escluso».
Oltre al fatto tecnico, una misura così grave (il carcere a San Vittore per il sindaco) porta comunque ad ipotizzare l’intenzione di voler allargare l’indagine, e non solo di voler stigmatizzare quelle che il gip definisce «naturalezza e disinvoltura nelle modalità delittuose e il senso di fastidio palesato allorquando qualcuno ha avuto l’ardire di criticarlo», o «le condizioni monopolistiche degli impianti natatori comunali». Perché, per l’appunto, di turbativa d’asta per la gestione di 2 impianti natatori a Lodi stiamo parlando, con un giro d’affari da 400mila euro all’anno (e bilanci spesso in perdita). S.Mo.

Foto del profilo di Andrea Gentile

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