IL MESSAGGERO
I dati gestiti dai robot, saranno cancellati tra 20 anni
LE NORME
dom.12 – ROMA Trentasei articoli di legge con i quali viene stabilito che saranno due le strutture a custodire la Banca dati del Dna: una alla Criminalpol, e l`altra, in un Laboratorio centrale a Rebibbia di diretta
dipendenza del ministero della Giustizia, del quale si occuperà la Direzione dei detenuti che fa capo al Dipartimento delle carceri. I dati verranno gestiti con un software che prevede un doppio sistema: un primo livello verrà utilizzato soltanto per le indagini svolte in Italia. Un secondo livello «sarà impiegato anche per le finalità di collaborazione internazionale».
L`elenco dei nomi inseriti nella Banca dati verrà conservato per 20 anni. Su questo punto le procedure sono particolarmente rigide, perché necessitano di «profili di autorizzazione predefiniti», per soggetti già in possesso di «credenziali di e previo superamento di una procedura di autenticazione
“forte”». A occuparsi materialmente della catalogazione e della schedatura non sarà direttamente l`uomo, ma strutture robotizzate.
LE CONDIZIONI
A chi potrà essere prelevato il Dna? La legge su questo punto è molto chiara: l`articolo 9 dice che la polizia può procedere al prelievo su chi è finito in carcere o ai domiciliari, oppure su chi è già detenuto con una sentenza definitiva per un delitto non colposo. In pratica chiunque abbia commesso un
reato che superi i tre anni di pena, esclusi quelli tributari e finanziari.
L`accertamento potrà rivelarsi molto utile nei casi di persone scomparse. E il loro Dna potrà essere recuperato sugli effetti personali, ma anche sui consanguinei qualora siano disposti volontariamente a sottoporsi all`esame.
C`è poi la questione conservazione, quella su cui i giuristi hanno posto particolare attenzione. Il Regolamento detta tempi precisi: trent`anni per gli arrestati e i condannati. Per gli autori di reati gravi, come quelli di mafia e terrorismo, gli anni salgono a 40. Stesso tempo anche per chi commette
più volte lo stesso crimine, cioè i recidivi. Per chi invece viene assolto
dalle accuse, la cancellazione del Dna schedato è immediata. In Italia esistono già delle Banche dati custodite da carabinieri e polizia, anche se tra loro non esiste scambio di informazioni. Sono circa 50 mila i Dna raccolti durante
le indagini. Con il nuovo Regolamento i vecchi profili confluiranno nel “grande sistema” e verranno aggiornati e riclassificati. C. Man.