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La chiusura degli Stati generali dell”esecuzione penale sarà trasmessa in diretta streaming dal Ministero delle Giustizia
È il tentativo di parlare di carcere in modo innovativo. Lunedì e martedì, a Rebibbia, sono attesi ministri, politici, magistrati, avvocati, accademici, artisti. E il Capo dello Stato Sergio Mattarella. Due giorni di dibattito sul futuro che si vorrebbe per l’esecuzione penale, terminologia difficile, ma che secondo il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, dovrebbe sostituire la cultura attuale del carcere come soluzione di tutti i mali.
L’esecuzione penale è termine più asettico, e comprende anche la pena scontata ai domiciliari, oppure con lavori socialmente utili, non nella classica cella a guardare il soffitto. «Il che – dice Orlando – non significa un cedimento sulla sicurezza, tutt’altro. Le statistiche ci dicono che l’esecuzione penale attuale costa moltissimo e genera solo recidiva. Purtroppo siamo un’anomalia in Europa su entrambi i fronti». Negli ultimi due anni, grazie ad alcuni provvedimenti di legge, alcuni passi avanti sono stati compiuti: «Il numero di persone sottoposte all’esecuzione penale esterna si sta avvicinando a uno per ogni detenuto in carcere. Quando mi sono insediato, il rapporto era 4 detenuti per 1 in esecuzione esterna. Questa era un’anomalia».
La kermesse di Rebibbia giunge al termine di un lungo percorso, gli Stati generali del carcere, 200 esperti che si sono confrontati per mesi in 18 tavoli tematici. Dall’architetto al sociologo, al criminologo, parlare oggi di carcere, anzi di esecuzione penale, dev’essere sempre più un discorso multidisciplinare.
Segnale interessante di apertura: i lavori saranno divulgati in diretta streaming (all’indirizzo: http://static-unimedia.unidata.it/rebibbia) e in molti istituti penitenziari si stanno già organizzando dei gruppi di ascolto tra detenuti.