CARCERI: La pena si sconta fuori (Italia Oggi)

ITALIA OGGI SETTE

Dagli Stati generali giunge un nuovo modello di esecuzione penale
La pena si sconta fuori
Rapporto 1 a 1 con la permanenza in cella

Lun.18 – Il rapporto tra permanenza in carcere ed esecuzione penale esterna è sceso da 4 a 1 ad 1 a 1. «Oggi per ogni detenuto in carcere, ce n’è un altro in esecuzione penale esterna», riferisce il ministro della Giustizia Andrea Orlando alla vigilia della conclusione degli Stati generali dell’Esecuzione penale prevista oggi e domani (18 e 19 aprile, ndr) a Roma nell’Auditorium della Casa circondariale Nuovo Complesso di Rebibbia «Raffaele Cinotti».
Una due giorni dedicata a «un nuovo modello di esecuzione penale per superare lo stigma che lo grava», così definito dal processual-penalista Glauco Giostra che ha coordinato il lavoro del Comitato scientifico degli Stati generali: 18 tavoli con duecento partecipanti che si sono riuniti in questi mesi elaborando proposte di riforma e documenti di sintesi a tema, uno per ogni tavolo in attesa della riforma dell’ordinamento penitenziario oggetto della delega all’esame del Parlamento. Il professore, da dieci anni ordinario di procedura penale all’Università La Sapienza di Roma, si è espresso a favore dell’esecuzione penale esterna: «Vogliamo rispettare i diritti dei detenuti offrendo di più ma pretendendo anche di più. «La nostra è oggi una visione meno carcerocentrica nella convinzione suffragata da studi e dati alla mano, che l’espiazione non in forma carceraria della pena, abbassi drasticamente i livelli di recidiva perchè più carcere non deve più voler dire più sicurezza.
Sappiamo che chi è dentro, prima o poi ne uscirà ed è con questa evidenza che dobbiamo fare i conti. Se è fallita la riforma penitenziaria del 1975, è perchè non ha trovato a suo tempo i luoghi e le persone adatte a recepirla», considera, «ma ora abbiamo almeno un modello di riferimento verso cui far convergere le azioni. Il carcere non può essere la soluzione dei problemi ma è invece un problema sociale da affrontare tutti insieme». Per Francesco Cascini, capo dipartimento Giustizia minorile, «si tratta di una delle poche volte in cui la politica fa un investimento a lungo termine», concorde anche Santi Consolo del Dap – Dipartimento amministrazione penitenziaria: «Se dall’interno delle strutture penitenziarie, creiamo con le misure alternative delle opportunità lavorative al detenuto, gli diamo la possibilità di scegliere una via di riscatto». Nella giornata di oggi, primo giorno di dibattito istituzionale, alla presenza straordinaria del presidente della repubblica e dei rispettivi capi dipartimento Santi Consolo del Dap e Francesco Cascini per la Giustizia minorile e di Comunità, parleranno oltre a Glauco Giostra, coordinatore del comitato scientifico degli Stati generali, il ministro della Giustizia Andrea Orlando e due rappresentanze internazionali dal Consiglio d’Europa alla Commissione europea. Il 19 aprile, dopodomani, sarà invece l’occasione per affrontare il tema della riforma dell’Ordinamento penitenziario oggetto della delega parlamentare. Seguiranno tre tavole rotonde partecipate rispettivamente dal mondo delle professioni coinvolte nell’opera di riprogettazione a più livelli della realtà carceraria, dagli addetti ai lavori dell’esecuzione penale: magistrati, giuristi, magistrati di sorveglianza fino a più ministri e sottosegretari del Governo Renzi iscritti a parlare prima delle conclusioni sugli sviluppi dell’iniziativa che trarrà il ministro Orlando. E a dimostrazione del nuovo corso che il Ministero ha voluto imprimere al settore, c’è oggi la testimonianza dei detenuti del carcere di Opera che hanno voluto formulare le loro proposte per contribuire al dibattito. Per il ministro Orlando serve «una redistribuzione dei pesi tra carcere ed esecuzione penale esterna, converrebbe in termini di costi e recidiva dando alla pena un carattere restitutivo che finora non ha mai avuto». La chiave di tutto è il lavoro per «rendere la pena non solo certa ma utile», ha detto il ministro chiedendo aiuto al mondo della comunicazione per far passare il concetto di un carcere non più come una realtà oscurata dalla società ma con lei integrata perchè capace di darle un contributo. Marzia Paolucci

Foto del profilo di Andrea Gentile

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