ITALIA OGGI SETTE
I particolari dell’intesa che punta a fare dei detenuti esperti hi-tech
L’Ict sbarca nelle carceri
Sei gli istituti di pena coinvolti dal 2017
Lun.21 – Non sappiamo se diventeranno dei nerd i detenuti di Bollate, Opera, Rebibbia, La Spezia, Napoli e Nisida, i primi istituti di pena selezionati dal Ministero della giustizia per fargli sperimentare il mondo dell’Information communication technology. Ma una cosa è certa: l’intesa firmata a via Arenula il 10 novembre scorso punta a farli diventare «specialisti» del settore (si veda ItaliaOggi Sette del 14 novembre scorso).
Tre partner istituzionali tra Ministero della giustizia, dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria e della Giustizia minorile e quattro esponenti del mondo Ict, professionale e del privato sociale si sono messi insieme per formare alle competenze base di Ict cento detenuti che diventino specialisti del settore.
L’intesa è stata firmata alla presenza del ministro della Giustizia Andrea Orlando e dei capi dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria Santi Consolo e della Giustizia minorile e di comunità Francesco Cascini con le società Cisco, Vodafone, Fondazione Vodafone, Cooperativa Universo e Confprofessioni. Il protocollo punta al recupero e al reinserimento sociale dei detenuti attraverso formazione e lavoro negli istituti penitenziari, condizione che permetterebbe anche la riduzione dei tassi di recidiva. E proprio sull’abbassamento della soglia di recidiva, si sono espressi il ministro Orlando e il capo dipartimento della Giustizia minorile: «Il tasso di recidiva in Italia», ha spiegato il titolare del dicastero, «resta tra i più alti d’Europa, con una tendenza generale sopra il 60%. Ma il lavoro è in grado di dare risultati sorprendenti. Bollate è un po’ un istituto modello. Ora vogliamo testare quell’esperienza anche in altre realtà e potremo vedere i risultati sull’indice di recidiva in un campo più ampio. Oltre a Bollate, partiamo con Opera, Rebibbia, il carcere della Spezia, di Napoli, di Nisida e poi si aggiungeranno altri quattro istituti».
La prassi dice, infatti, che «dove ci sono attività finalizzate al reinserimento professionale e culturali, la recidiva è 18 punti in meno della media», distingue chiaramente Francesco Cascini, capo dipartimento della Giustizia minorile. Il progetto durerà tre anni prevedendo due fasi: la prima, da svolgersi nel 2017, prevederà il coinvolgimento di almeno sei istituti di pena selezionati dal Ministero che saranno seguiti direttamente da Universo Cooperativa sociale onlus.
La Cooperativa avvierà inoltre un corso di formazione online per i docenti che insegneranno in almeno altri quattro istituti di pena. E qui si entra nella seconda fase, dal 2018, quando si applicherà lo stesso metodo formativo rivolto ai docenti perchè possano insegnare Ict ai detenuti. La partenza di questa seconda fase è però condizionata a risultati soddisfacenti da ambo le parti e alla garanzia di finanziamento per l’esecuzione del programma. Differenziato il ventaglio di finanziamenti per il 2017: la fondazione Vodafone sosterrà i costi annuali di un formatore della cooperativa Universo che insegni le competenze It a dieci detenuti e li sostenga nella ricerca di un’occupazione. Lo stesso farà Cisco System Italia mentre Vodafone Italia donerà 130 personal computer ricondizionati per le aule didattiche, nell’ambito del suo progetto «Donazione cespiti aziendali a enti non profit» finalizzata tramite la sua fondazione, al recupero e riutilizzo di pc/laptop e prodotti informatici da donare a scuole, enti no profit per progetti socialmente utili ma anche comunità e individui in situazioni svantaggio. Ed è questo proprio il caso del carcere. I corsi «IT Essential» del programma Networking Academy avranno 200 ore annuali e saranno erogati da istruttori certificati Cisco per ogni istituto penitenziario che disporrà di aula informatica e collegamento internet attivo, sicuro e monitorato. A riguardo, il Ministero della giustizia, cita il protocollo, si impegna a promuovere la crescita del progetto per intero, dalla predisposizione di aule didattiche al collegamento internet. Marzia Paolucci