ITALIA OGGI SETTE
Convivenza o separazione, maltrattamenti sempre puniti
lun.17 – Convivenza o separazione i maltrattamenti sono puniti lo stesso. Lo spiega la Corte di cassazione, nella sentenza 39331/2016 del 5 luglio 2016, che ha respinto un ricorso di un uomo condannato nelle aule giudiziarie di Bologna per aver maltrattato l’ex compagna. La separazione tra i due avvenne nel 2009, e sebbene la convivenza cessò molto prima i giudici hanno ritenuto legittimo, in ogni caso, il reato. «È configurabile il delitto di maltrattamenti in famiglia anche in danno di persona non convivente o non più convivente – spiegano i porporati – quando quest’ultimo e la vittima siano legati da vincoli nascenti dal coniugio o dalla filiazione».
Quindi si applica per i giudici di piazza Cavour il reato del 572 cod. pen. «anche in caso di separazione legale», tenendo fermo il principio di diritto secondo cui devono rimanere «integri i doveri di reciproco rispetto, di assistenza morale e materiale nonché di collaborazione». E nello specifico, concludono i giudici, «la separazione non esclude il reato di maltrattamenti quando l’attività persecutoria si valga proprio, o comunque incida su quei vincoli che, rimasti intatti a seguito del provvedimento giudiziario, pongono la parte offesa in posizione psicologica subordinata, o comunque dipendente». Questo perché viene interpretato il ruolo del consorzio familiare, inteso come «un nucleo di persone legate da relazioni di reciproco rispetto e assistenza, che sopravvive alla cessazione della convivenza e financo alla separazione». Francesco Barresi