ITALIA OGGI
Il figlio adottato può scoprire le sue origini
Il figlio adottato non dovrà più aspettare cento anni per conoscere le sue origini: in caso di decesso della madre biologica ha diritto a conoscere la sua identità. È quanto affermato dalla Corte di cassazione con una sentenza, la n. 22838, già destinata a far discutere. La prima sezione civile ha quindi accolto il ricorso di una donna che aveva chiesto di entrare in possesso della cartella clinica relativa alla sua nascita e dalla quale avrebbe potuto apprendere il nome della sua vera madre. Con una lunghissima motivazione, che ha il pregio di aver contemperato il diritto di privacy della madre e quello di identità del figlio, gli Ermellini hanno affermato che «il diritto dell’adottato, nato da donna che abbia dichiarato alla nascita di non voler essere nominata ex art. 30, comma 1 dpr n. 396 del 2000, ad accedere alle informazioni concernenti la propria origine e l’identità della madre biologica sussiste e può essere concretamente esercitato anche se la stessa sia morta e non sia possibile procedere alla verifica della perdurante attualità della scelta di conservare il segreto, non rilevando nella fattispecie il mancato decorso del termine di cento anni dalla formazione del certificato di assistenza al parto o della cartella clinica di cui all’art. 93, commi 2 e 3 del dlgs n. 196 del 2003, salvo il trattamento lecito e non lesivo dei diritti di terzi dei dati personali conosciuti». Debora Alberici