IL SOLE 24 ORE
Incidenti stradali. Omicidio
Moto veloce a fari spenti, automobilista «assolto»
L’utente della strada è responsabile anche del comportamento imprudente altrui, ma solo se è in concreto prevedibile ed evitabile. A stabilirlo è la Cassazione, con la sentenza n. 21581, depositata ieri.
Ecco il caso: un motociclista viene mortalmente investito da una vettura il cui guidatore, non essendosi accorto dell’arrivo della moto, svolta a sinistra senza dare la precedenza e con una traiettoria che non impegna la corsia in cui intende immettersi, ma quella opposta sui cui circola la vittima.
Nei giudizi di merito, l’automobilista viene condannato a 1 anno di reclusione per omicidio colposo aggravato dalla violazione delle norme sulla circolazione stradale per avere omesso di svoltare con la dovuta prudenza e dando la precedenza alla moto, nonché per non avere eseguito la manovra in prossimità del centro dell’intersezione, a sinistra di questo e in modo da non creare pericolo per gli utenti della strada.
La Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza della Corte d’appello invitandola a valutare meglio elementi potenzialmente decisivi per dimostrare la non prevedibilità ed evitabilità dell’incidente: la moto correva di notte a fari spenti (secondo un testimone) e velocità più che doppia del limite; illuminazione pubblica e visibilità erano scarse. Circostanze che, rendendo imprevedibile l’avvicinarsi della moto, possono escludere la responsabilità dell’automobilista.
Guido Camera