IL SOLE 24 ORE
Secondo esame anche più elevato
In materia di alcoltest non è affatto inconsueto che la prima prova dia un valore inferiore alla seconda. Lo puntualizza la Corte di cassazione, con la sentenza n. 20545 della Quinta sezione penale depositata ieri. La Corte ha così confermato la condanna a carico di un automobilista sorpreso alla guida in stato di ebbrezza.
Tra i motivi di ricorso, la difesa aveva provato a fare valere l’inspiegabilità delle rilevazioni del tasso alcolico: la prima prova spirometrica aveva infatti dato un risultato inferiore alla seconda. Sul punto, la Cassazione però ricorda, senza doversi addentrare più di tanto in considerazioni di natura scientifica, che «è del tutto incontroverso che la percentuale di alcol nell’organismo, nel tempo successivo all’assunzione, varia secondo una curva di assorbimento che non ha affatto sviluppo decrescente».
Respinto poi anche l’altro motivo di ricorso centrato sulla pretesa di non tenere conto dei decimali nel risultato della verifica sul superamento delle soglie. Su questo punto, sottolinea la Cassazione, a soccorrere è l’articolo 186 del Codice penale che non si preoccupa di introdurre una simile preclusione.