CASSAZIONE: Sì al diritto all’origine se è morta la madre del parto anonimo (Il Sole 24 Ore)

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Cassazione. Impossibile conoscere la volontà
Sì al diritto all’origine se è morta la madre del parto anonimo

Ogni figlio ha diritto a conoscere l’identità della madre post mortemin caso di parto anonimo. Così si è espressa la Corte di cassazione con la sentenza numero 15024 depositata ieri, a proposito di una donna adottata che voleva conoscere i dati relativi alla nascita, basandosi su quanto affermato dalla sentenza della Corte costituzionale 278/2013.
Il tribunale dei minorenni di Torino aveva accettato in un primo tempo la domanda poi opponendosi una volta avuta la notizia della morte della madre, e quindi dell’impossibilità di interpellarla sulla volontà di mantenere l’anonimato. La Corte d’appello di Torino respinse l’appello. Ora la Cassazione dà ragione alla signora.
La richiamata sentenza della Consulta era stata impugnata dal tribunale per i minorenni di Catanzaro a proposito della legittimità del Dlgs 196/2003 – Codice in materia di protezione dei dati personali – nella parte in cui esclude «la possibilità di autorizzare la persona adottata all’accesso alle informazioni sulle origine senza avere previamente verificato la persistenza della volontà di non volere essere nominata da parte della madre biologica». La Consulta riteneva legittimo questo principio voluto per «salvaguardare madre e neonato da qualsiasi perturbamento». Ma riteneva invece illegittima la possibilità di accedere alla cartella clinica solo «cento anni dopo la formazione del documento stesso». Questo il vulnus costituzionale da rimuovere, quest’«irreversibilità del segreto la quale risulta in contrasto con gli articoli 2 e 3 della Costituzione». E come i cento anni anche la morte rientra in questa inaccettabile cristallizzazione della scelta. Per cui la Corte di cassazione, accogliendo il ricorso nel merito, nella sentenza di ieri ha deciso di autorizzare l’accesso ai dati. Nel testo della sentenza trovano molto spazio le citazioni delle sentenze Cedu Godelli contro Italia (2012) e Odièvre contro Francia (2002). Enrico Bronzo

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