1000 AVVOCATI ISCRITTI ALLA IX CONFERENZA DELL’AVVOCATURA INIZIATA OGGI A TORINO
«Ridare centralità politica all’Avvocatura, questa la sfida che abbiamo lanciato, e che vogliamo vincere, per uscire dalla fase resistenziale e poter così coniugare proposta e protesta “per un nuovo governo della giustizia”». Così Mirella Casiello, presidente OUA (Organismo Unitario dell’Avvocatura), nella relazione che apre i lavori della IX CONFERENZA NAZIONALE DELL’AVVOCATURA in svolgimento al Lingotto di Torino sino a sabato 28 novembre.
In mattinata sono intervenuti i presidenti del CNF (Consiglio Nazionale Forense), Andrea Mascherin, della Cassa forense, Nunzio Luciano, dell’Ordine degli Avvocati di Torino, Mario Napoli; mentre è in corso la Tavola Rotonda “Liberare la Libertà: carcere, recupero sociale, diritto alla sicurezza”. Partecipano: Enrico Buemi della Commissione Giustizia del Senato (PS); Lucio Malan della Commissione Affari Costituzionali del Senato (Forza Italia); Marcello Bortolato della Giunta ANM; Calogero Roberto Piscitello, Direttore Generale dei detenuti e del trattamento – DAP; Domenico Minervini, Direttore Carcere Lorusso e Cotugno (Torino) e Patrizio Gonnella, Presidente Associazione Antigone.
La presidente Casiello, nel corso del suo intervento, ha posto l’accento sulla necessità di un progetto complessivo e non frammentario di riforma della giurisdizione: «Il tema centrale è la ricerca della più efficace e moderna risposta alla domanda di giustizia di cittadini e imprese – ha detto la Presidente OUA – ma attenzione: serve una giustizia veloce ed efficiente, non sommaria e approssimativa. Purtroppo, sino a oggi abbiamo assistito a una legislazione farraginosa e di emergenza che non ha sortito risultati concreti, anche perché molti provvedimenti sono stati fatti senza interpellare gli avvocati che quotidianamente frequentano le aule dei tribunali. Non si possono affidare le riforme a chi da anni non sta in prima linea».
«Il risultato – ha continuato Casiello – è che sono stati contrapposti gli interessi dei cittadini e delle imprese, con una costante, e preoccupante, attenzione del legislatore a proposte che tendono a definire una giurisdizione di serie A, costruendo corsie preferenziali per le imprese, e di serie B per i cittadini, nei confronti dei quale sono proliferati gli sbarramenti al libero accesso alla tutela giurisdizionale dei diritti. Ed ecco che nelle aule dei tribunali si respira una evidente frustrazione, una rabbia silenziosa e sofferta; e intanto cresce esponenzialmente nell’opinione pubblica la sfiducia nei confronti della nostra macchina giudiziaria».
«La musica non è cambiata – denuncia la Presidente OUA – se pensiamo che anche questo Ddl Concorrenza, ora all’esame del Senato, finirà per colpire le fasce più deboli della categoria a favore della grande impresa, lasciando inalterati i privilegi di altre professioni arroccate nelle loro riserve di caccia e nei confronti delle quali l’Antitrust (che ha sempre rinfacciato agli avvocati di frenare lo sviluppo del pese) appare miope. Gli stessi interventi sulla negoziazione assistita e sull’arbitrato mancano di una complessiva elaborazione e di una proposta effettivamente centrata sulla professionalità dell’avvocato, che consenta di percorrere strade alternative a quella statale, ma di medesima qualità. Negando il ruolo costituzionale e la centralità dell’avvocato nel sistema-giustizia, anche fuori dal processo, si nega giustizia al cittadino».
«Consentitemi infine una riflessione sulla categoria e su quella centralità di ruolo che rivendichiamo, ma che spesso non pratichiamo – ha concluso Casiello – L’Avvocatura non è costituita da poche migliaia di professionisti, ma da oltre 200 mila colleghi. Più numerosi, più forti? No al contrario, più numerosi, più divisi. Primo, perché l’Avvocatura come corpo unico non esiste socio-economicamente, esistono le Avvocature, per vocazione, per tipo di lavoro, per collocazione geografica, per divisione di genere e anagrafica. Ricomporre la rappresentanza non è solo una questione di regole o di quote, ma un problema di ricomposizione e di sintesi di bisogni e problemi complessi e territorialmente articolati. Facciamo che l’assise congressuale sia davvero costituente della linea politica degli avvocati. Oua, Cnf e Cassa e Ordini, ognuno con le proprie competenze e limiti, insieme alle associazioni possono ridare protagonismo alle Avvocature. Questo sì può essere un nuovo inizio».