COMUNICATO STAMPA L’OUA PREMIA ABDELAZIZ ESSID, AVVOCATO TUNISINO DEL “QUARTETTO DEL DIALOGO” INSIGNITO DEL PREMIO NOBEL PER LA PACE NEL 2015

 

LA CERIMONIA NEL CORSO DELLA SECONDA GIORNATA DEL IX CONGRESSO NAZIONALE DELL’AVVOCATURA IN CORSO A TORINO

Un quadro di un artista pugliese raffigurante un albero di ulivo, simbolo di pace e fratellanza. Questo il premio che Mirella Casiello, presidente OUA – Organismo Unitario dell’Avvocatura – ha consegnato ad Abdelaziz Essid, uno degli avvocati tunisini del cosiddetto “Quartetto del Dialogo” insignito quest’anno del Premio Nobel della Pace, nel corso della seconda giornata della IX Conferenza Nazionale dell’Avvocatura in corso al Lingotto di Torino.

Essid, intervistato da Francesca Paci, giornalista del “La Stampa”, ha raccontato le concitati fasi, successive alla rivoluzione tunisina: “Quando il dittatore Ben Ali è fuggito dal Paese, non c’era più Stato, c’era solo il vuoto, il caos totale. Pochi avevano il coraggio di uscire e affrontare la popolazione, né i politici, né i sindacati, né i giudici o le forze dell’ordine. Solo gli avvocati lo hanno fatto e sapete perché? Perché non ci siamo mai nascosti dietro il regime, lo abbiamo sempre combattuto difendendo gli oppositori e manifestando ogni violazione del diritto”. “Ed è stato proprio per il nostro coraggio, per la convinzione che il nostro cliente, il cittadino, va sempre difeso, non solo nei tribunali ma anche nelle strade, che siamo stati in grado di prendere per mano il Paese e portarlo fuori dal caos. In questo senso, il Premio Nobel assegnato al Quartetto del Dialogo è un premio che non va a un’istituzione ma a un’idea, un’iniziativa che è quella del dialogo. Si al confronto e no all’affronto”, ha proseguito Essid.

Parole dure anche contro il terrorismo: “La Tunisia sta vivendo un momento molto difficile. Il terrorismo vuol colpire lo Stato e la libertà, ma questi sono i nostri valori e dobbiamo difenderli – ha detto l’avvocato tunisino – certo, gli avvocati non hanno armi ma la ragione e la parola con cui convincere tutti, anche l’Europa, che la lotta al terrorismo deve essere fatta assieme e adesso, perché se aspettiamo diventerà più forte e difficile da vincere”.

Torino, 27 novembre 2015

Foto del profilo di Andrea Gentile

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