LA REPUBBLICA – Affari e Finanza
Giustizia, la conciliazione più rapida è quella online
ESCE DALLA FASE SPERIMENTALE L’ARBITRATO GESTITO INTERAMENTE IN VIA AUTOMATICA, DOVE LE PARTI SI AFFIDANO AGLI ALGORITMI DELLA RETE RISPARMIANDO TEMPO E DENARO. ANCHE LA UE VARA LA SUA PIATTAFORMA
Nell’era digitale l’aula del tribunale si sposta sulla rete. Divorzi, liti condominiali, reclami relativi a un acquisto, piccole dispute in materia di lavoro e altre contese di minore entità, trovano una conciliazione online su speciali piattaforme per la risoluzione alternativa delle controversie.
Tutto avviene automaticamente, non solo senza più dover andare in corte ma addirittura senza neanche più l’intervento degli avvocati “fisici”. Le parti si affidano agli algoritmi del web pur di far presto, e se accettano la conclusione la vicenda è chiusa. Siamo a uno stadio un po’ più che sperimentale: l’anno scorso in Olanda ben 700 cause di divorzio sono state risolte dal sito Rechtwijzer.
Il sistema sta ora espandendo la sua vocazione di amministratore della giustizia in altre tipologie di litigi: dai rapporti di vicinato al contenzioso dei consumatori, alle locazioni. Nelle cause di divorzio le coppie pagano 100euro come iscrizione per accedere alle funzionalità della piattaforma. Il sistema si pone come un percorso dinamico che accompagna gli aspiranti ex-coniugi nella definizione di molteplici soluzioni consensuali: dalla ripartizione dei beni alla custodia dei figli. Per cogliere gli orientamenti e le preferenze di ciascuna parte si procede per gradi rispondendo a un dettagliato questionario: una domanda per ogni schermata con risposte multiple.
Si inizia con la lapalissiana constatazione “le cose tra noi non vanno più bene” alla quale corrisponde una doppia fattispecie: “abbiamo deciso di separarci” oppure “ci siamo separati ma è sorto un nuovo problema”. Si prosegue con una serie di domande di prammatica come “ha chiaro le implicazioni del suo divorzio sui figli?” ma anche meno scontate come: “paragonandosi al proprio partner ritiene di avere maggiore o minore capacità nel trovare un buon compromesso?” L’approccio per individuare una valida soluzione conciliativa si basa sul principio della “negoziazione integrativa”, cioè gli algoritmi puntano a guidare gli utenti a trovare e valorizzare i punti di intesa piuttosto che quelli di conflitto. L’obiettivo di Rechtwijzer, nato da un progetto di avvocati, giudici e mediatori sotto l’egida dell’Ufficio di pubblica tutela e sviluppato assieme a un team multidisciplinare dell’Università di Tilburg, è aiutare il dialogo tra le parti.
Se la procedura automatizzata non porta a una soluzione, le parti possono richiedere, pagando altri 360 euro la mediazione di un soggetto fisico. Se anche questi non riesce a trovare un accordo tra le parti a interviene un giudice. «Si verifica solo nel 5% dei casi», spiega Jin Ho Verdonschot, avvocato dell’associazione non profit HiiL che ha partecipato allo sviluppo della piattaforma. Analogamente il sito canadese MyLaw si impegna a tracciare una roadmap di separazione accompagnando i coniugi nelle varie tappe legali. Anche qui il dialogo è l’asse portante e i litiganti sono guidati attraverso un software ad hoc ad esplorare tutte le possibili soluzioni. Il fenomeno degli “online Civil Tribunal “risponde a un duplice intento del governo, da un lato offrire un accesso diffuso alla giustizia rimuovendo le barriere della distanza (oggettive in British Columbia) e del costo di un procedimento; d’altro canto ci si propone di sollevare il sistema giudiziario da beghe di minor conto per concentrarsi su casi più complessi. Problema comune a tutti i Paesi.
Anche la Gran Bretagna ha un progetto di legge per aprire nei prossimi anni piattaforme digitali che si ispirano al modello Cybersettle, sistema che ricorre alle tecnologie digitali per una riparazione giuridica in tempi brevi e a costi contenuti. L’ha messa in piedi già da anni il visionario avvocato statunitense Charles Bronfman chiudendo quasi 200 mila transazioni pari a un valore di 1,4 miliardi di dollari. È utilizzato da assicurazioni, associazioni di consumatori, legali e municipalità.
La città di New York piegata sotto il peso di 40mila pendenze legali è stata la prima a integrare il software Cybersettle, riuscendo a risolvere 66% dei casi entro un mese e risparmiando 11,6 milioni. Ogni anno Ebay risolve 60 milioni di controversie commerciali sulla sua piattaforma ODR (Online Dispute Resolution). Colin Rule, il suo ideatore, ha ora lasciato il gruppo per avviare Modria, software house specializzata appunto negli algoritmi da usare nei “procedimenti” civili online relativi a dispute nell’e-commerce. Il 15 febbraio 2016, l’Unione Europea ha attivato una piattaforma Odr: tutti i siti di e-commerce e società online sono tenuti ad informare i propri utenti della possibilità di avvalersi di questo strumento di conciliazione e a creare sul proprio sito il link alla piattaforma Odr fornita dalla Commissione Europea. L’obiettivo è una maggiore trasparenza e semplicità di gestione delle controversie. La piattaforma funziona sia in modalità “Blind Negotiation” ossia la lite tra il titolare dell’azienda e il consumatore viene mediata virtualmente da algoritmi. Oppure le parti possono scegliere la modalità “Peer Pressure” in cui il consumatore propone una soluzione alla sua controparte attraverso la compilazione di un modulo predisposto dall’Odr. Patrizia Feletig