CONCORRENZA: Ddl concorrenza al restyling (Italia Oggi)

ITALIA OGGI

 

 

Circa 1.000 le proposte di modifica presentate al testo che porta la firma del ministro Guidi

Ddl concorrenza al restyling

Norme sulle professioni verso modifiche sostanziali

 

 

 

Il disegno di legge concorrenza fa il pieno di emendamenti. Si parla di oltre 1.000 proposte di modifica depositate, ieri, nell’ultimo giorno fissato dalle commissioni competenti (finanze e attività produttive) della camera dove il ddl è in discussione. E tutto fa pensare, quindi, che il testo con cui il ministro dello sviluppo economico Federica Guidi ha voluto dare attuazione per la prima volta alle norme annuali sulla concorrenza in materia di professioni (notai e avvocati soprattutto), assicurazioni, poste, farmacie, banche ed energia elettriche uscirà modificato nel lungo iter parlamentare che ancora lo attende. Di certo dopo la lunga sequela di audizioni a rivederlo provvederà in prima battuta il pacchetto di emendamenti che i due relatori di maggioranza (Andrea Martella e Silvia Fregolent, entrambi Pd) avevano già dichiarato di voler presentare.

Secondo alcune indiscrezioni, tra i passaggi oggetto di modifica figurano diverse norme che riguardano le professioni. Una su tutte il capitolo sulle società di capitale (per avvocati e farmacisti) che come affermato dalla stessa Guidi qualche settimana fa e poi indicato dalla commissione giustizia, «va meglio circostanziato». Ed è lo stesso parere dei parlamentari votato a larghissima maggioranza in sede consultiva a porre una serie di condizioni. E seppure si tratta di un parere non vincolante obbliga in qualche modo relatori e governo a tenerne conto, visti i profili di illegittimità in esso sollevati.

Per quanto riguarda i passaggi in materia di professioni la commissione prevede innanzitutto lo stralcio della norma per la quale esprime «una forte contrarietà», che stabilisce l’ingresso dei soci di capitale nelle società tra avvocati prevedendo la sostituzione con una delega piuttosto dettagliata che ammette l’esercizio della professione forense in forma associata (società di persone, di capitali o cooperative), a patto che i soci, rappresentativi di almeno i due terzi del capitale sociale (così come per le altre professioni), siano avvocati iscritti all’albo oppure avvocati e altri professionisti. L’organo di gestione della società dovrà poi prevedere che i suoi componenti non possano essere estranei alla compagnie sociale.

Il parere prevede poi la soppressione dell’estensione ai legali delle autentiche per il trasferimento degli immobili sotto i 100 mila euro così come la possibilità di costituire una srl con scrittura privata, due disposizioni che, dice la commissione appoggiando le contrarietà espresse in questi mesi dal notariato, presentano «profili evidenti di criticità, non apparendo compatibile con taluni principi generali di diritto dell’Unione europea, tra i quali quello della certezza giuridica». Infine si chiede lo stralcio della norma prevista nell’articolo 31 del ddl, fortemente osteggiato dalla Rete delle professioni tecniche, che apre alle società di ingegneria la possibilità di stipulare commesse con i privati. Un principio, dice la commissione, che determina «una evidente condizione anticoncorrenziale», contrario a quanto stabilito dalla legge 183/11 in materia di società tra i professionisti e ribadito con la sentenza del Consiglio di stato (n.103/15) che chiarisce come «nessuna società commerciale, al di fuori di quelle previste» da quella legge, può svolgere attività professionali riservate agli iscritti agli albi.

Per il Cds, poi, il sistema normativo della legge 183 rappresenta «un punto di equilibrio» tra l’esigenza di consentire l’esercizio di attività professionali attraverso moduli di natura societaria e l’esigenza di salvaguardare l’esercizio di attività proprie di sistemi ordinistici. Benedetta Pacelli 

 

 

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