ITALIA OGGI
Verso lo stralcio o la totale modifica le norme contenute nel testo del governo
Professioni quasi salve
Camere a gamba tesa sul ddl concorrenza
Il parlamento capovolge tutte (o quasi) le norme sulla «concorrenza» in materia di professioni. Degli oltre 1.300 emendamenti al disegno di legge a firma del ministro dello sviluppo economico Federica Guidi, quasi la metà sono proposte di stralcio di provvedimenti con i quali il governo ha voluto dare attuazione per la prima volta alle norme annuali sulla concorrenza delle professioni. E seppure ora bisognerà capire cosa decideranno i due relatori di maggioranza (Andrea Martella e Silvia Fregolent, entrambi Pd), il consenso trasversale alle numerose spinte emendative, fa pensare che le chance di approvazione delle modifiche fortemente volute dalle categorie professionali interessate, siano buone. Una su tutte il capitolo contenuto nel ddl che disciplina l’esercizio della professione forense in forma societaria. In questo senso sono molti gli emendamenti che propongono uno stralcio della norma, prevedendone la sostituzione con una delega piuttosto dettagliata al governo da attuare in sei mesi che ammetterebbe l’esercizio della professione forense in forma associata (società di persone, di capitali o cooperative), a patto che i soci, rappresentativi di almeno i due terzi del capitale sociale (così come per le altre professioni), siano avvocati iscritti all’albo oppure avvocati e altri professionisti. L’organo di gestione della società dovrà poi prevedere che i suoi componenti non possano essere estranei alla compagnie sociale. Questa previsione normativa, si legge nella motivazione contenuta in uno di questi emendamenti, si potrebbe attuare facilmente «riaprendo i termini di esercizio della delega (la riforma forense prevedeva una delega per disciplinare le norme sulle Società tra professionisti, ma la delega non è mai stata attuata, ndr) e integrando i correttivi necessari riferimenti all’introduzione delle società multidisciplinari». Sono poi molte le proposte di modifica che propongono poi la soppressione dell’estensione ai legali delle autentiche per il trasferimento degli immobili sotto i 100 mila euro così come la possibilità di costituire una srl con scrittura privata, due disposizioni che, secondo le motivazioni riportate andrebbero a incidere «negativamente sulla certezza e affidabilità dei pubblici registri, compromettendo gravemente il sistema vigente che è ritenuto all’avanguardia anche dalle organizzazioni internazionali». Trasversale a molti schieramenti infine la richiesta di stralcio della norma prevista nell’articolo 31 del ddl che apre alle società di ingegneria la possibilità di stipulare commesse con i privati, possibilità che fino ad ora gli era preclusa. Accanto al principio di soppressione però c’è chi propone l’equiparazione di questo tipo di società alle Stp, stabilendo che le prime risultino «in possesso dei requisiti prescritti» dalla legge 183/11 e «dal relativo decreto del ministero della giustizia 9 aprile 2013, n.34 e cioè che ciascun socio partecipi solo a una Stp, la minoranza del socio di capitale, il rispetto della deontologia dell’ordine di appartenenza e l’esercizio dell’attività esclusiva del professionista».