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Nei condomìni il problema della morosità è sempre più diffuso e va inquadrato nell’ambito più generale dell’insolvenza civile. I debiti con il condominio finiscono sempre in fondo con effetti pesanti sul patrimonio immobiliare anche di chi non ha debiti. Cosimo Maria Ferri, sottosegretario alla Giustizia, segue da sempre la questione condominio con attenzione e, insieme al deputato Pd Antonio Misiani, sta ragionando su possibili adeguamenti normativi.
Per Ferri il problema dell’insolvenza del debitore non imprenditoriale, la cosiddetta insolvenza civile «è un tema molto sentito, soprattutto perchè coinvolge in gran parte famiglie di giovani, a basso reddito, spesso costrette a far fronte a seri problemi occupazionali. Tali difficoltà finanziarie si ripercuotono inevitabilmente sul tessuto economico-produttivo del Paese e, pertanto, la politica deve saper offrire risposte concrete». La legge 3/2012 e soprattutto il Dl 179/2012 hanno introdotto per la prima volta procedure di composizione della crisi per molti aspetti simili a quelle previste nella legge fallimentare. «Con l’obiettivo di garantire – prosegue Ferri -, ove possibile, la sopravvivenza del debitore come soggetto economico attivo». Non a caso, il disegno di legge delega per la riforma organica delle discipline della crisi d’impresa e dell’insolvenza, attualmente in esame alla commissione Giustizia della Camera, prevede una sezione destinata al sovraindebitamento delle famiglie, che possa rispondere in modo efficace a questi aspetti.
Ma c’è un problema più immediato: il provvedimento nella legge di Stabilità 2016 che consente ai condòmini incapienti di cedere il credito d’imposta non decolla. Le imprese sarebbero costrette a concedere subito uno sconto per poi recuperarlo fiscalmente in 10 anni. Servirebbero interventi normativi da attivare concretamente e in tempi brevi per risolvere la questione senza costi per l’erario. «L’idea di fondo del provvedimento richiamato – spiega Ferri – è a mio avviso importante e l’impianto va mantenuto. Il problema da affrontare resta, infatti, quello di incentivare i condòmini con minori disponibilità economiche a deliberare gli interventi edilizi, finanziando il fondo previsto con la riforma del condominio. Tuttavia, non possiamo dimenticare che anche le imprese del settore stanno attraversando un periodo di sofferenza, specie in termini di liquidità». Da questo punto di vista sarebbe dunque possibile pensare a un intervento normativo «che favorisca la circolazione del credito fiscale per consentire quella disponibilità di liquidità che manca a privati e imprese».
Ferri pensa, in concreto, che una soluzione percorribile ci sia: «Quella di prevedere la cessione del credito fiscale a un intermediario finanziario, tanto da parte del fornitore quanto da parte del condòmino incapiente. Nel primo caso il fornitore acquisirebbe con la cessione immediata liquidità, mentre nel secondo caso il condòmino potrebbe di fatto accedere in modo agevolato al credito bancario, scontando subito il credito d’imposta». In entrambi i casi sarebbe così garantita la necessaria neutralità fiscale per lo Stato.
Saverio Fossati