IL SOLE 24 ORE
Congresso Cnf. Il ministro ha annunciato il Ddl che prevede la nullità delle clausole vessatorie nei contratti tra avvocati e clienti forti
Arriva l’equo compenso per i legali
Orlando: spesso uso politico della giustizia, la riforma del processo penale può aiutare
Rimini. Un disegno di legge sull’equo compenso degli avvocati. Per riequilibrare i rapporti contrattuali con alcuni clienti forti come banche, imprese e assicurazione. È quello che il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha annunciato ieri nel suo intervento al congresso nazionale forense che si è chiuso a Rimini. Nel dettaglio, il provvedimento che il ministro ha annunciato di avere già inviato a Palazzo Chigi prevede di bollare con lo stigma della nullità la clausola o patto vessatorio che stabilisce un compenso non equo. All’autorità giudiziaria il compito di rideterminare il compenso tenendo conto degli ordinari parametri. Come esempio di clausole vessatorie si possono ricordare quella che attribuisce al committente la facoltà di recedere dal contratto senza congruo preavviso e quella che impone al legale di anticipare le spese della controversia.
Orlando ha confermato il pieno favore al rafforzamento del ruolo degli avvocati nei consigli giudiziari dando loro voce in capitolo nelle valutazioni sui magistrati. «Avevo pensato anche di inserirla – ha ricordato il ministro – nel decreto legge sui vertici della Cassazione, ma non è stato possibile per l’eterogeneità del tema».
Il ministro ha poi preannunciato un tavolo di confronto per l’innalzamento delle tutele a favore delle donne avvocato e sottolineato come nei palazzi di giustizia di nuova costruzione dovrebbero esserci spazi dedicati ai figli di chi frequenta il palazzo.
Su temi “caldi” di politica della giustizia, Orlando ha riconosciuto lo sforzo fatto dal Csm con le nuove regole per le nomine, «sforzo che però non sembra ancora avere prodotto risultati significativi. Nel conferimento degli incarichi direttivi dovrebbe avere un peso maggiore la valutazione delle performance, oggi misurabili anche grazie al lavoro del ministero. A chi ha dato prova non brillantissima nella direzione di un ufficio di media dimensione non dovrebbe essere affidata la guida di un ufficio di dimensioni superiori».
I proscioglimenti delle ultime ore dell’ex sindaco di Roma Ignazio Marino e dell’ex governatore del Piemonte Roberto Cota rilanciano poi con forza il tema del rapporto tra giustizia e politica con Orlando che ha stigmatizzato «l’uso strumentale del processo penale, che ha i suoi tempi e le forze politiche non possono brandire l’arma dell’intransigenza con gli avversari e dell’indulgenza con sé stesse. In questo senso il disegno di legge di riforma potrebbe aiutare. Le disposizioni su un utilizzo responsabile delle intercettazioni ne sono un esempio». Sul disegno di legge Orlando ha confermato la volontà di «portarlo a casa» in tempi rapidi anche senza fare ricorso al voto di fiducia.
È vero che l’Anm da una parte annuncia un piano per la giustizia e poi minaccia uno sciopero di protesta anche su alcune norme del processo penale, tuttavia Orlando sdrammatizza: «Ritengo che anche l’Anm viva la tensione di tutte le forme di rappresentanza. C’è una sorta di campagna elettorale permanente e questo non sempre aiuta a stemperare le tensioni. In ogni caso considero un passo avanti che se i magistrati decideranno di scioperare lo faranno più nel segno dell’efficienza del sistema che degli attentati all’indipendenza della magistratura come nel recente passato».
Ma poi sull’Anm, il ministro è stato meno tenero quando ha ricordato come non sia accettabile la bocciatura da parte della magistratura organizzata di provvedimenti anche assai complessi per l’assenza di qualche elemento. E ha fatto l’esempio della nuova legge sulla corruzione, che ha permesso un salto di qualità nella lotta nei reati contro la pubblica amministrazione «anche se si tratta di un conteggio brutale, si è passati dai 300 detenuti agli attuali 800». Legge, ha ricordato il ministro, lodata anche all’estero, ma bocciata dall’Anm perché mancava l’agente provocatore.
Identico schema che nel civile ha portato l’Anm a criticare le norme di due anni fa sulla giustizia civile perchè vi si prevedeva anche il taglio delle ferie.
Sul processo civile Orlando ha annunciato la fine, con il decreto sul rinvio del pensionamento dei vertici della Cassazione, degli interventi spot e di volere apre un confronto con l’avvocatura su misure più strutturali come quella sull’allargamento dell’applicazione del rito sommario di cognizione. Giovanni Negri
I dettagli del disegno di legge
01 equo compenso
Il ministro della Giustizia ha predisposto un Ddl che rimedia ad alcune situazioni di squilibrio nei rapporti contrattuali tra avvocati e clienti «forti». A tale proposito l’«equo compenso» è la corresponsione di un compenso proporzionato al lavoro svolto, al contenuto e alle caratteristiche della prestazione legale
02 clausole vessatorie
Sono vessatorie le clausole che all’interno di una convenzione tra avvocato e cliente determinano un eccessivo squilibrio contrattuale, prevedendo un compenso non equo. Sono ad esempio vessatorie le clausole che attribuiscono al committente la facoltà di recedere dal contratto senza congruo preavviso
03 la nullità
Il Ddl prevede la nullità di tali clausole come strumento correttivo dell’assetto contrattuale squilibrato. La nullità prevista è «parziale» perché consente l’inefficacia della sola parte del regolamento contrattuale o della singola clausola vessatoria
04 il giudice
Accertata la nullità della clausola, il giudice ridetermina il compenso tenendo conto anche degli importi previsti dal Dm Giustizia adottato ai sensi dell’articolo 13, comma 6, della legge 247/2012