IL SOLE 24 ORE
A Rimini dal 6 all’8 ottobre. Al voto una mozione per superare l’Oua
Avvocati a congresso su Adr e rappresentanza
Roma. Gli avvocati provano ancora a cambiare la rappresentanza. Al 33° Congresso dell’avvocatura, che si terrà a Rimini dal 6 all’8 ottobre, sarà presentata una mozione, predisposta dall’Assemblea degli ordini, per modificare lo statuto congressuale e quello dell’Organismo unitario dell’avvocatura, con lo scopo di mandare in “soffitta” quest’ultimo e fare un congresso con poco meno della metà dei delegati (da 929 a 500) e una forte rappresentanza degli Ordini. Il via libera alla modifica richiede una maggioranza qualificata, il 50% più uno dei delegati: un’impresa già tentata in passato senza successo.
Il presidente dell’Oua, Mirella Casiello, nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta ieri a Roma, fa notare che il vero problema è la disaffezione della “base”. «Ci occupiamo di cambiare i modelli di vertice – denuncia Casiello – ma solo 35mila avvocati, sugli oltre 237mila aventi diritto hanno scelto chi andrà al Congresso: è evidente che c’è un problema di scarsa partecipazione della base». È invece una novità il tema al quale è dedicato il congresso, quello delle misure alternative alla giurisdizione, come si evince dal “titolo” «Giustizia senza processo? il ruolo dell’avvocatura».
«Al centro del dibattito – annuncia Andrea Pasqualin, componente del Consiglio nazionale forense – ci sarà tutto ciò che si pone prima e al di fuori del processo. La proposta sarà quella di estendere il sistema della mediazione e adeguare la negoziazione assistita per evitare gli inconvenienti finora rilevati».
Rimini sarà anche la sede in cui Cassa forense presenterà il bilancio sociale. «Al di là dei numeri – sottolinea il vice presidente Valter Militi – è importante sottolineare il ruolo di Cassa forense non più solo di previdenza passiva ma di motore della professione. Sono ormai entrati nella fase operativa molti progetti – conclude Militi – dal prestito d’onore agli under 35, ai bandi di assistenza per familiari e avvocati non autosufficienti». Patrizia Maciocchi