CONGRESSO FORENSE: Elezioni, avvocatura in ordine sparso sulle regole (Italia Oggi Sette)

ITALIA OGGI SETTE

Cnf, organismo unitario e aiga divisi sui meccanismi per eleggere i futuri ordini territoriali
Elezioni, avvocatura in ordine sparso sulle regole

Lun.3 – Avvocatura divisa sulle elezioni degli ordini forensi. La commissione Giustizia del Senato ha infatti ricevuto in audizione, settimana scorsa, alcuni rappresentanti della categoria in merito al disegno di legge S 2473 recante «disposizioni sulla elezione dei componenti dei consigli degli ordini circondariali forensi».
Da un lato, il Consiglio nazionale forense e i Consigli dell’ordine sono contrari al sistema di voto ipotizzato dal provvedimento, laddove prevede che «ciascun elettore può esprimere un numero di voti non superiore alla metà dei consiglieri da eleggere ai sensi dell’art. 28, comma 1, della legge 31 dicembre 2012, n. 247, arrotondato all’unità superiore».
Dall’altro, l’Organismo unitario dell’avvocatura e le associazioni che invece sposano tale metodo che supererebbe i rilievi posti dal Consiglio di stato al dm 170/2014, nella parte in cui: consente a ciascun elettore di esprimere un numero di preferenze pari al numero di canditati da eleggere, in contrasto con il dettato dell’art. 28, c. 3, della legge n. 247 del 2012; consente la presentazione di liste composte da un numero di candidati pari a quello dei consiglieri da eleggere; prevede che le schede elettorali contengano un numero di righe pari a quello dei componenti complessivi del consiglio da eleggere.
In particolare, l’Oua, in audizione ha condiviso «la necessità di ripensare il sistema elettorale dei Consigli dell’ordine degli avvocati valorizzando il diritto di ciascun avvocato ad esprimere attraverso la via maggioritaria le proprie preferenze riguardo al numero dei consiglieri eleggibili».
L’intervento normativo in esame al Senato, secondo la presidente, Mirella Casiello, consente «di evitare una ulteriore modifica regolamentare, adeguandosi alle decisioni del giudice amministrativo, all’uopo permettendo di esplicare una scelta politica orientata ad una maggiore espansione della tutela del pluralismo e alla contestuale conferma della tutela del genere meno rappresentato in coerenza con il dettato costituzionale».
Il presidente dei giovani avvocati dell’Aiga, Michele Vaira, audito in commissione Giustizia del Senato, ha invece evidenziato da un lato come il ddl «abbia superato alcune criticità rispetto al regolamento originario», dall’altro «come alcune norme non siano ancora chiare e rischiano di non agevolare la creazione di maggioranze che possano rendere governabili gli ordini territoriali».
In particolare, secondo l’Aiga occorre rivedere «le norme che riguardano il genere meno rappresentato, che, a seconda dell’interpretazione attribuitagli nella lettura sistematica delle disposizioni, potrebbe essere considerata «tautologica» o «restrittiva» del diritto di voto degli elettori, rischiando di porsi in contrasto con il disposto della Corte Costituzionale (4/2010) come richiamato dalla sentenza del Tar 8333/2015».
L’ordine degli avvocati di Milano, invece, ha presentato una mozione al Congresso forense dove si chiede al parlamento di ripristinare il quadro normativo della legge professionale, prevedendo quindi la possibilità per ogni elettore di esprimere, nel rispetto della rappresentanza di genere, un numero di voti non superiore ai due terzi dei consiglieri da eleggere. Questo, continua la mozione, «affinché possano essere in breve tempo attivate le procedure di rinnovo dei consigli dell’ordine in regime di prorogatio e possa quindi essere ristabilito un regolare assetto rappresentativo su tutto il territorio nazionale».

Foto del profilo di Andrea Gentile

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