CONSULTA: Una legge per le sentenze che «pesano» sul bilancio (Il Sole 24 Ore)

CONSULTA: OGGI camere al voto, DUE giudici DA NOMINARE

Una legge per le sentenze che «pesano» sul bilancio

Il Parlamento continua a ritardare l’elezione dei due giudici costituzionali mancanti (uno da un anno e l’altro da quattro mesi) ma in compenso sferra l’offensiva contro la Consulta con un ddl dei senatori Pd (primi firmatari Linda Lanzillotta e Paolo Guerrieri) in cui si prevede che, in occasione di sentenze potenzialmente “sfonda-bilancio”, la Corte chieda all’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) una relazione sugli effetti finanziari dell’eventuale dichiarazione di incostituzionalità, così da disporre anche della valutazione «di un organismo indipendente e scientificamente autorevole».
Il ddl arriva all’indomani della sentenza sulla perequazione delle pensioni che ha suscitato tante polemiche per le sue ricadute sui conti pubblici (costo stimato, ma solo dopo il verdetto, 17,6 miliardi di euro) e a pochi giorni dall’udienza alla Corte sul rinnovo del contratto del pubblico impiego (un’eventuale incostituzionalità è stata stimata in 35 miliardi, pari a oltre due punti di Pil). Il ddl prevede anche l’introduzione della dissenting opinion, cioè la possibilità che in calce alla sentenza sia resa pubblica anche la motivazione dei giudici contrari, nonché una norma per tipizzare lo schema di decisione adottato in occasione della questione sulla Robin tax, consentendo cioè alla Corte di disporre la non retroattività della dichiarazione di illegittimità costituzionale (sempre per contenere le ricadute sul bilancio).

Nella relazione di accompagnamento al ddl si fa riferimento alla modifica dell’articolo 81 approvata nel 2012 che ha introdotto l’obbligo di pareggio del bilancio e il divieto di indebitamento, salvo casi di avverso ciclo economico o di eccezionale calamità naturali, per sostenere che «tutto il sistema istituzionale» deve operare «nel rispetto di questi nuovi vincoli, che peraltro derivano direttamente dalla nostra appartenenza all’Ue. Ciò – continua la nota – riguarda anche la Corte costituzionale cui spetta di assicurare l’equilibrio tra i diversi principi e valori costituzionali».

Intanto la Corte continua a lavorare a ranghi ridotti: da un anno è vuota la poltrona occupata da Luigi Mazzella, da quattro mesi quella di Sergio Mattarella (traslocato al Quirinale) e già adesso non partecipa più all’attività il giudice Paolo Maria Napolitano, che scadrà a luglio. Proprio in vista di questa imminente scadenza, le votazioni dei giudici da parte delle Camere in seduta comune potrebbero slittare a luglio per trovare un accordo che consenta a Pd, M5S e a Fi di scegliere ciascuno un proprio candidato e di eleggerlo con il quorum dei tre quinti invece con quello, più alto e irraggiungibile, dei due terzi. Perciò oggi si prevede un’altra fumata nera. D.St.

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