IL FATTO QUOTIDIANO
IN SENATO. Bocciata la procedura d`urgenza sugli agenti sotto copertura per combattere i reati contro la Pa. Il dem Lo Giudice ammette: “Gli alleati centristi non sono entusiasti”
Corruzione, il Pd con Ncd: stop agli agenti infiltrati
L’ infiltrato. L`ultima battaglia tra M5S e Pd si combatte sugli agenti sotto copertura nelle inchieste di corruzione. Ieri il Senato ha bocciato un
disegno di legge del Movimento. Non ci sarà procedura di urgenza per affrontare la questione. Si farà, quando sarà possibile. Maurizio Buccarella
(M5S), vicepresidente della Commissione Giustizia che ha presentato il testo, racconta: “L`infiltrato è essenziale contro la corruzione. A luglio 2015 abbiamo presentato una legge che lo prevede, ma è ferma alla Commissione Giustizia del Senato”. Così il Movimento ha chiesto la procedura d`urgenza. Risultato: “A favore abbia movotato solo noi, Lega, il gruppo misto e un paio di senatori del centrodestra”. E gli altri? “Pd, Ncd, Ala a Forza Italia hanno votato no”, allarga le braccia Buccarella.
Ma che cos`è l`infiltrato (o agente sotto copertura)? Basta pensare al film Donnie Brasco: l`agente federale Johnny Depp che si infiltra nell`organizzazione mafiosa.
Una figura delicata. In alcuni paesi, come gli Stati Uniti, ci si è spinti oltre. È previsto un agente provocatore, come quelli che usavano le monarchie dell`800 per scovare i dissidenti politici. Si chiama “test di integrità”: “Un agente dell`Fbi – racconta Buccarella- istiga il pubblico ufficiale a commettere un reato, lo provoca per capire se è onesto”. In Italia si è presa un`altra strada: no all`agente provocatore che spinge a commettere un reato che, altrimenti, non verrebbe compiuto.
Sì, invece all`agente sotto copertura, che si introduce nell`ambiente criminale
e si limita a provocare un`occasione per scoprire un reato che si sta commettendo. Una figura già prevista dal nostro ordinamento per reati come il traffico internazionale di droga e di armi. “Serve 1` agente sotto copertura anche per combattere la corruzione”, è la tesi di Piercamillo Davigo alla guida dell`Anm. E d`accordo Nicola Gratteri, procuratore della Repubblica a Catanzaro: “Bisogna utilizzare gli infiltrati come per i traffici di droga e armi”. Raffaele Cantone, presidente dell`Autorità Anti-Corruzione ha detto: “È indispensabile introdurre gli agenti sotto copertura. La corruzione è strutturata con una logica simile alla mafia”.
Anche il governo Renzi ne aveva parlato. Ma perché allora ieri la maggioranza ha votato contro? “Non è stato un voto di merito, ma di appartenenza.
Del resto anche noi abbiamo un progetto simile a quello del M55″, assicura Sergio Lo Giudice della commissione Giustizia. Ma perché non votare quello del Movimento? “Schermaglie procedurali. Adesso mi auguro che torni in commissione”. Ma gratta gratta emerge altro. Lo Giudice ammette che “sì, ci possono essere stati anche problemi politici. Perché gli alleati di governo dell`Ncd non sono entusiasti”. Felice Casson, che ieri non ha potuto
votare perché inmissione, pare favorevole: “È una proposta condivisibile”. Allora perché il centrosinistra ha votato no? “C`è una dialettica negativa
tra maggioranza e opposizione”.
E poi forse ci sono gli equilibri di governo da salvaguardare… “Sulla giustizia, è innegabile, c`è una spaccatura verticale. Dalla prescrizione al nuovo processo penale ci sono due fronti contrapposti”. Una settimana fa era toccato
a un`altra proposta del M5S, il daspo per i corrotti: “Interdizione dai pubblici uffici per i politici condannati per reati contro la pubblica amministrazione”. Bocciato.
Ieri il M5S ha presentato alla Camera un decalogo anti-corruzione. Oltre a infiltrati e daspo, previsti tra l`altro l`utilizzo del whistleblowing
(protezione a chi denuncia il malaffare) e lo stop alla prescrizione dall`inizio del processo. Sul sito beppegrillo.it è scritto: “Se il Pd volterà le spalle a questa seria proposta, seguirà le orme di Dc e Psi di Craxi che negavano Tangentopoli”. FERRUCCIO SANSA