CORRUZIONE: Davigo contro l`Anac. Ma Renzi difende Cantone (La Stampa)

LA STAMPA

Davigo contro l`Anac
Ma Renzi difende Cantone
“Non avremmo fatto Expo”. Battibecco al convegno dei giovani industriali

INVIATA A SANTA MARGHERITA (GE) FRANCESCA SCHIANCHI

sab. 11 – «Non dico inventiamo un talk show, ma proviamo a scambiarci
qualche botta e risposta». All`indomani dei fischi della Confcommercio, il premier Matteo Renzi si affaccia in un`altra platea di categoria. E qui va molto meglio: dai giovani di Confindustria riuniti in faccia al mare
scintillante di Santa Margherita Ligure il clima è disteso, i coetanei del presidente («ci diamo del tu?») lo ascoltano attenti e lo interrogano senza fargli domande cattive (l`unica, forse, su che fine abbia fatto la spending
review); Renzi scherza, fa battute, evita accuratamente il tema amministrative, spazia dal referendum «spartiacque per capire se il Paese sia governabile o meno» all`accordo Ttip con l`America che «non sono sicuro
che si faccia» alla «non augurabile» Brexit che comunque a noi «porterebbe turbolenze sul breve periodo, ma non sarebbe una sciagura».
Fino all`Anac e al codice degli appalti, l`unico tema di polemica a distanza con un altro ospite del convegno dei pulcini di Confindustria, il presidente
dell`Anm Piercamillo Davigo, col quale Renzi ha già avuto fibrillazioni in passato. Nella stessa sala, in mattinata, il magistrato sottolinea infatti come
l`Anac, l`autorità anticorruzione guidata da Raffaele Cantone, abbia poteri che «non c`entrano con la repressione della corruzione» («non è un ente
inutile», ma «se si fa passare l`idea che combatte la corruzione si fa passare una cosa che è impossibile»), e «il codice degli appalti è roba che non serve a
niente», perché «da anni si fanno normative sugli appalti con regole sempre più stringenti che danno fastidio alle aziende per bene e non fanno né caldo
né freddo alle imprese delinquenziali». Una posizione riportata sotto forma di domanda al premier (accompagnata da un applauso) da una giovane
imprenditrice cosentina: «Rispetto tutte le opinioni, ma penso
che l`Anac di Raffaele Cantone sia particolarmente utile. Se non ci fosse stata Anac, non saremmo intervenuti su Mose e Expo, centinaia di appalti sarebbero finiti in un vicolo cieco», risponde lui. E ancora, il
codice degli appalti «mi sembra un passo avanti, non indietro. Le regole le stiamo cambiando: siamo sempre pronti a fare meglio, ma bisogna valorizzare
quel che di buono c`è oggi». Valorizzare, crederci, «smetterla di remare contro al Paese, perché tutti noi dobbiamo fare di più, ma qualcosa s`è messo finalmente in moto». E` quello che predica Renzi, incoraggiato quando «vedo i risultati di questi primi due anni» e invece «c`è sempre qualcuno che si alza e quasi si vergogna» tra «i miei»: «Abbiamo cambiato l`articolo 18? Eh non dirlo che ci resta male Landini… Con la legge elettorale al ballottaggio vince
il M5S o la destra si riorganizza? Può succedere: si chiama democrazia. Non abbiamo paura: se sei credibile vinci», e poi governi, insiste, «senza le ammucchiate del giorno dopo». E senza paura di una svolta autoritaria:
«Sarebbe l`unica dittatura in cui il presidente del consiglio non può cambiare i ministri».
Rigetta la «frase molto ingiusta» secondo cui «dicono che metto i miei amici in posti di responsabilità», esorta a «non discutere se la ripresa c`è
o meno, ma mettersi a lavorare», promette «uno Stato alleato». E davanti ai risolini della sala sull`impegno a terminare la Salerno-Reggio Calabria, sorride: «Lo faremo, non ridete, preferisco i fischi alle risate…».

Foto del profilo di Andrea Gentile

andrea-gentile