IL SOLE 24 ORE
Giustizia. Oggi in Consiglio dei ministri il decreto attuativo che rivede le regole dei processi davanti alla Corte dei conti
Danno erariale, più poteri ai giudici
Gio.30 – ROMA. Arriva oggi in Consiglio dei ministri la riforma della Corte dei conti, nuovo capitolo attuativo della delega Madia. Il testo, che traduce in pratica l’articolo 20 della delega, rivede le regole dei processi a carico degli amministratori di enti pubblici e partecipate chiamati a rispondere di danno erariale, e porta l’esecuzione delle sentenze fuori dall’amministrazione “colpita” nel tentativo di accorciare la distanza che oggi separa il valore delle condanne decise dai magistrati contabili e le somme che rientrano davvero nelle casse pubbliche.
Il problema nasce dal fatto che in media due terzi delle condanne contabili restano lettera morta perché la loro esecuzione è affidata alle stesse amministrazioni danneggiate; queste non sono però particolarmente sollecite nel passare ai fatti anche perché spesso il condannato ha un ruolo forte al loro interno. Per questa ragione, la riforma da più poteri ai giudici nel recupero effettivo delle somme, per superare il conflitto di interessi. Accanto a questo, la riforma introduce il rito abbreviato, con condanne dimezzate in primo grado (non appellabili) e ridotte del 30% se la scelta arriva nel corso dell’appello, e nuove garanzie per gli imputati sugli adempimenti e l’utilizzo dei mezzi di prova.
Ieri, intanto, la commissione Affari costituzionali del Senato ha approvato il parere sulla riforma delle partecipate, che fra gli altri aspetti chiede di stabilire con Dpcm “motivato” le esclusioni di società pubbliche dalla riforma, di evitare buonuscite per chi passa da una partecipata a un’altra e di impedire alle controllate pubbliche di prevedere la governance duale. Fra le «condizioni» poste da Palazzo Madama trova spazio anche una disciplina di favore per le società che vincono gare evitando quindi l’affidamento diretto (per esempio consentendo i ripiani ad aziende in perdita più di tre anni, vietati per le in house), e del resto l’idea di una disciplina differenziata è presente anche nei correttivi chiesti dalla commissione Bilancio della Camera (il parere, anticipato sul Sole 24 Ore di martedì, sarà votato oggi dopo il lavoro di coordinamento con le indicazioni del Senato e della bicamerale sulle semplificazioni).
Proprio sul ruolo della Corte dei conti nelle società, invece, i pareri sembrano dividersi, perché la Camera propone di definire puntualmente i confini della responsabilità erariale degli amministratori ritoccando l’impostazione governativa. Gianni Trovati