IL MESSAGGERO
Autoriforma del Csm, slitta il voto finale
IL NODO
ROMA. Non c`è accordo, almeno per il momento, sulla riforma del Csm. E l`atteso plenum che venerdì prossimo avrebbe dovuto salutare il nuovo corso alla presenza del capo dello stato Sergio Mattarella è rimandato alle prossime settimane. Troppo denso il carico di lavoro che palazzo dei Marescialli ha scelto di affrontare da ieri mattina. L`articolato approvato martedì in commissione e composto da novanta articoli deve passare attraverso la discussione di 70 emendamenti diventati “pubblici” ieri, quando `il testo è approdato dalla seconda commissione al plenum. E dunque non ci sono più i tempi tecnici perché il testo modificato possa essere trasmesso stasera al Quirinale e quindi vagliato dal presidente della Repubblica prima di venerdì.
E` possibile che l`assemblea si divida su alcuni punti, anche se l`opposizione
ad una parte del testo non ha la forza numerica sufficiente ad imporre modifiche sostanziali.
I togati di Magistratura Indipendente e i laici di centro-destra hanno detto chiaramente che non voteranno a favore se non saranno recepiti i loro emendamenti. Emendamenti su cui ancora non si è votato, ma sui quali i relatori – il laico Renato Balduzzi e il togato Ercole Aprile – hanno espresso parere contrario. Le modifiche proposte da questo schieramento toccano
questioni delicate e che sono state oggetto di «obiezioni tecniche» nei lunghi mesi di preparazione del nuovo regolamento, che limita il potere delle correnti.
I PUNTI
Si tratta in particolare della possibilità di appellarsi al plenum quando il Comitato di presidenza rigetta la richiesta di apertura di pratiche, rimettendo così la decisione finale all`assemblea plenaria. Altro nodo è la pubblicità dei lavori delle Commissioni: gli emendamenti di Magistratura Indipendente e dei laici di centro-destra vorrebbero che ci fosse ogni volta che lo richiede uno dei componenti, mentre la proposta della Seconda Commissione prevede questa possibilità solo in casi eccezionali. Togati di Mi e laici di centro-destra sollecitano inoltre un intervento più incisivo di quanto non faccia la proposta della Seconda Commissione, sulle cosiddette nomine a pacchetto, quelle che vengono fatte in blocco quando si tratta di più posti da coprire in uno stesso ufficio giudiziario; una prassi che ha favorito gli accordi a tavolino tra le correnti.
La richiesta messa oggi sul tavolo è di votare sui singoli candidati, con
il ritorno in Commissione per l`assegnazione dei posti che erano stati destinati ai candidati bocciati.