LA REPUBBLICA
Csm, le 32 nomine che cambiano i poteri della giustizia
Giorni febbrili al Csm. In scena c’è il grande risiko delle nomine che entro poche settimane cambierà la guida e la gestione di importanti uffici, dalla Cassazione a procure notoriamente strategiche, Milano in testa. Dall’insediamento del vice presidente Giovanni Legnini si contano 136 capi uffici cambiati, tra cui 25 donne in posizioni di vertice, ma ne mancano ancora 124. Di questi una quarantina arrivano in scadenza proprio a partire dalla prossima settimana.
Sab. 2 – Corrono nomi famosi nella storia della magistratura. Le trattative tra le correnti, come sempre, sono frenetiche. Le scelte intrecciate perché le stesse toghe corrono per più di un ufficio. Due nodi dovranno essere sciolti prima degli altri – la procura di Milano e i 21 presidenti di sezione della Cassazione – per consentire il via libera ad altri uffici importanti, come Catania e Caltanissetta, Bologna e Catanzaro, Genova e Cagliari. Una partita strategica si gioca ancora a Firenze, la città di Renzi, per la procura generale dopo quella per corte di appello e tribunale.
E pure a Potenza, dov’è scoppiata la grana per l’ex ministro Guidi. Bisogna partire da Milano per acchiappare il capo del gomitolo delle nomine.
La procura scoperta dal 16 novembre, i soliti tempi, troppo e immotivatamente lunghi dei consigli giudiziari nel dare un parere sui concorrenti, il parterre di candidati noti, i milanesi Francesco Greco, Alberto Nobili, Ilda Boccassini, i “fuori area” Giovanni Melillo, capo di gabinetto del Guardasigilli Andrea Orlando e Giuseppe “Gimmi” Amato, procuratore di Trento e figlio dell’ex direttore delle carceri Nicolò Amato. La quinta commissione – presieduta da Lucio Aschettino, della sinistra di Area – dovrebbe decidere la prossima settimana. Ma siamo ancora alla querelle tra un capo milanese e il “papa straniero”.
La scelta si stringe a Greco, Nobili, Melillo, perché Amato viene dato in pole per la procura di Bologna. L’alternativa tra un milanese (Greco, Nobili) e Melillo sta lacerando il Csm. A favore di Melillo, nonostante la sua corrente sia Area, è la relatrice del caso, Elisabetta Alberti Casellati, ex senatrice di Forza Italia. Ma, come dice “radio Csm”, Berlusconi in persona vuole evitare che la procura “finisca in mano a uno dei pm che hanno fatto Mani pulite, Greco in testa”. Voci di corridoio rivelano che Legnini tiferebbe per Greco, i numeri sarebbero per lui se lo votasse Unicost.
La contrapposizione tra Greco e Melillo potrebbe favorire Nobili, a quel punto votato da tutti. In queste ore si confrontano le audizioni di lunedì scorso, come se davvero carriere ventennali potessero risolversi in mezz’ora di domande. Tant’è. È un modo per prendere tempo. Sbloccata Milano si passa alla procura di Bologna. E qui Amato dovrebbe battere il procuratore di Forlì Sergio Sottani e quello di Trapani Marcello Viola. A Milano corre pure Nicola Gratteri, oggi procuratore aggiunto di Reggio Calabria, le cui quotazioni, in vista del plenum, sono in netta risalita per il posto di capo della procura di Catanzaro. Più complicato l’intreccio tra la procura generale di Firenze e le procure di Catania e Caltanissetta.
Per tutti e tre i posti corre Alfredo Morvillo, fratello di Francesca, la moglie di Giovanni Falcone. Oggi è procuratore a Termini Imerese. A Firenze lo incalzano Federico Sorrentino e Renato Finocchi Gherzi, toghe della Cassazione, e Teresa Principato, nota toga antimafia. A Catania la partita si gioca con Carmelo Zuccaro, uno degli aggiunti che ha lavorato con l’ex capo Giovanni Salvi, oggi pg a Roma. Mentre a Caltanissetta la battaglia è complessa.
In gara Maurizio De Lucia, creatura del procuratore di Roma Giuseppe Pignatone, ancora Principato, Zuccaro, Roberto Saieva, pg a Cagliari, e di nuovo Viola. Per Genova il nome sicuro è quello di Franco Cozzi, già procuratore aggiunto. Lotta sul filo per la Corte d’appello di Potenza, Area si batte per Francesca La Malfa, la destra per Antonio De Luce. Solo un voto, di Paola Balducci, per l’ex deputato Pd Francesco Bonito. Pacchetto quasi chiuso per 21 presidenze di sezioni della Cassazione e per due avvocati generali. Via libera in settimana. Liana Milella